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enti bilaterali

Da alcuni anni Cisl offre informazioni sugli accordi territoriali realizzati su base locale da istituzioni, sindacati e associazioni di varia natura per rispondere alle problematiche sociali più rilevanti. Recentemente sono stati resi noti alcuni dati riguardanti queste forme di contrattazione sociale "di prossimità" che, secondo il sindacato, riguardano oltre 1.500 Comuni e, potenzialmente, 20 milioni di persone. Ne abbiamo parlato con il Segretario confederale Andrea Cuccello.
Nel mese di novembre sono stati pubblicati altri due bandi relativi alla strategia regionale WeCaRe, che si propone di stimolare l'innovazione sociale in Piemonte. Attraverso queste interventi saranno finanziati progetti che mirano a fare informazione, formazione e aggregazione tra domanda e offerta in materia di welfare aziendale. Nelle prossime settimane sarà pubblicato un terzo bando con cui la Regione si impegna a finanziare direttamente la creazione di piani di welfare di natura aziendale.
Gli enti bilaterali, soggetti territoriali formati in maniera paritetica da esponenti dei lavoratori e dei datori di lavoro, possono essere uno strumento prezioso per diffondere il welfare aziendale anche tra le piccole e medie imprese, ma i limiti legati alla loro efficacia sono numerosi. Il giornalista Davide Illarietti approfondisce questo tema all'interno della nuova inchiesta realizzata da Percorsi di secondo welfare per Buone Notizie, inserto del Corriere della Sera.
Lo sviluppo di esperienze bilaterali su base regionale e locale può aiutare ad adattare l'offerta di welfare alle esigenze specifiche dei territori, mettendo a disposizione degli iscritti una rete capillare di fornitori, con conseguenze economiche positive per la collettività. È quando sostiene Franca Maino nel suo approfondimento comparso all'interno dell'inchiesta sulla bilateralità realizzata da Percorsi di secondo welfare per Corriere Buone Notizie.
Nel capitolo 5 del Rapporto, Federico Razetti e Francesca Tomatis offrono una mappatura delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e di sostegno alla famiglia offerte dagli Enti bilaterali territoriali in quei settori in cui la bilateralità presenta articolazioni su scala locale: l’edilizia, l’agricoltura, l’artigianato, il terziario, il turismo e i servizi. In totale, l'indagine ha coinvolto oltre il 90% degli Enti bilaterali attivi sul territorio nazionale.
Il nostro Federico Razetti ha vinto il premio "Giovane ricercatore 2016", assegnato dall'importante network di ricercatori e studiosi di ESPAnet Italia. L'assegnazione è dovuta al saggio “Welfare bilaterale e secondo welfare: prime considerazioni a partire dalle esperienze regionali nel comparto artigiano”, presentato nel corso della IX Conferenza di ESPAnet. L'intervento è stato pubblicato all’interno della rivista "Politiche Sociali/Social Policies”.
Lunedì 28 novembre, a Bologna presso il Palazzo Gnudi, si è tenuto il convegno per i 25 anni dell'EBER – Ente Bilaterale dell'Artigianato dell'Emilia Romagna. Nel corso della mattinata si sono ripercorsi gli eventi più significativi della storia di questo ente bilaterale e si è cercato di fare il punto della situazione sulla bilateralità nazionale e regionale. Valentino Santoni ci riportia i punti salienti emersi durante il convegno.
La Legge 2/2009 prima, la Riforma Fornero poi e, infine, il Jobs Act, hanno progressivamente rafforzato il ruolo degli enti e dei fondi bilaterali. Grazie a questa legislazione le prestazioni erogate da tali soggetti sono spesso divenute un diritto contrattuale per i lavoratori. Considerando oggi la bilateralità come una colonna del secondo welfare, in questo approfondimento presentiamo l’esperienza di un ente bilaterale profondamente radicato nel suo territorio: l’EBAM, Ente Bilaterale dell’Artigianato delle Marche.
A tre anni dall'accordo fra le parti che ne aveva previsto l’istituzione, WILA – il fondo “Welfare Integrativo Lombardo dell’Artigianato” ha cominciato a muovere i primi passi. Destinato ai lavoratori del comparto artigiano, il fondo – che assicura prestazioni di assistenza sanitaria e forme di sostegno alla famiglia – rappresenta un’interessante espressione del cosiddetto welfare bilaterale territoriale. Per capire meglio la genesi e i possibili sviluppi di WILA, abbiamo raccolto il punto di vista di Angelo Carrara, vicepresidente di Confartigianato Lombardia e vicepresidente del fondo.
Di fronte alla crisi dei tradizionali sistemi pubblici di protezione sociale, negli ultimi anni le imprese perugine del settore edile hanno cercato di individuare nuove modalità per rispondere ai rischi e bisogni cui sono sottoposti i propri lavoratori. Vi raccontiamo le misure di welfare integrativo sviluppate dalla Cassa Edile di Perugia e i primi risultati registrati.
Vi raccontiamo i contenuti dell’accordo di secondo livello dell’azienda tessile Corneliani di Mantova, che negli ultimi due anni si è dimostrato una best practice nell’ambito delle politiche di conciliazione vita-lavoro. Per aiutare le famiglie, sindacati e azienda hanno strutturato un sistema caratterizzato da benefit e flessibilità per coinvolgere i dipendenti e abbattere l'assenteismo.
In Veneto si sta sviluppando un progetto che mira a rispondere a nuove necessità sociali ponendo in rete una vasta gamma di attori interessati allo sviluppo di forme di welfare aziendale, territoriale o contrattuale. L'obiettivo è diventare il punto di riferimento per tutte le esperienze di welfare innovativo che sono nate o stanno nascendo nelle province di Padova e Rovigo.
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