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Digitale

A partire dall'evento di coprogettazione di WePlat, Marta Mainieri propone alcune riflessioni su opportunità e sfide che la costruzione di una community può lanciare alle piattaforme digitali di welfare.
Ad oggi non sappiamo se e quanto le piattaforme saranno in grado di affrontare dinamiche sociali di vario genere. Ma come dimostra la mappatura realizzata dal progetto WePlat siamo di fronte a una maturità evolutiva che, almeno, permette loro di “giocare la partita”
I sistemi reputazionali delle piattaforme digitali oggi vengono intesi sempre più spesso come il cardine di un nuovo dispositivo di controllo sui servizi e su chi li offre. Ma come si declina questa dimensione nel campo del welfare, in cui il fulcro del lavoro sono le relazioni stesse?
Un recente volume, a partire dall’analisi delle relazioni sociali e del lavoro nell’economia delle piattaforme, propone un modello di regolazione finalizzato alla tutela dei diritti fondamentali degli utenti.
Il termine "abilitare" permette di fare diverse riflessioni sulle piattaforme di welfare italiane. Abilitare significa infatti costruire un ambiente gradevole in cui muoversi facilmente e rapidamente, significa facilitare il matching fra domanda e offerta e, ancora, significa attivare logiche di community building.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la dottoressa Chiara Agostini di Percorsi di secondo welfare analizza le caratteristiche che le piattaforme devono avere per attivare le comunità in un'ottica di innovazione sociale.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la professoressa Franca Maino dell'Università degli Studi di Milano approfondisce la relazione tra invecchiamento e politiche di conciliazione, focalizzandosi sulle misure pubbliche e private dedicate ai caregiver.