Cerca
Close this search box.

work-life balance

Nonostante bambini e ragazzi rimangano assenti dalla strategia del Governo per la fase 2, da qualche giorno nel dibattito pubblico si è iniziato a riflettere di come i più piccoli potranno affrontare la "convivenza" col virus. La discussione, tuttavia, sembra sbilanciata verso i problemi di conciliazione tra vita e lavoro, mentre restano in secondo piano temi centrali come il valore delle istituzioni educative e il diritto allo studio.
Il 17 marzo 2020 su Buone Notizie del Corriere della Sera è stata pubblicata un'inchiesta, curata dal nostro Laboratorio, dedicata ad approfondire il legame tra natalità e welfare nel nostro Paese. In questo articolo Paolo Riva aiuta a inquadrare il tema, spiegando come finalmente esista un consenso politico trasversale per adottare misure che sostengano la natalità, i bambini e le loro famiglie. Una finestra di opportunità che non dobbiamo sprecare.
Il fatto che l’Italia stia invecchiando è ormai chiaro a tutti. Meno chiare sono forse le conseguenze che questo trend demografico comporterà per il nostro Paese nel medio-lungo periodo, in particolare sul welfare. L’Alleanza per l’infanzia, un nuovo network di associazioni, rappresentanti della società civile e studiosi, ha individuato tre strade da seguire per cercare di cambiare la situazione. Ne parliamo nella nostra ultima inchiesta per Corriere Buone Notizie.
Tra le tante prove di stress a cui l'Italia è sottoposta in questi giorni ve n'è una che fornirà materia di riflessione a tutti gli studiosi di organizzazioni e a qualche ingegnere informatico. Riguarda i lavoratori che in due settimane hanno dato vita al più rapido esperimento di smart working del mondo occidentale. Francesco Gaeta ci offre alcune osservazioni "in diretta", di cui dovremo fare tesoro.
Lo scorso 25 febbraio il Governo ha espresso alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dello smart working in modalità semplificata per le imprese situate nelle zone a rischio contagio da Coronavirus. In particolare, sono interessate dal Decreto le aziende con sede in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna e Liguria; sarà inoltre possibile applicare questa misura fino al 15 marzo, inviando solo l'informativa sulla sicurezza.
Quanto è cresciuto negli ultimi anni il mercato legato ai beni e ai servizi per i dipendenti delle imprese? Chi sono e cosa fanno i provider di welfare aziendale? Quali possono essere le ricadute per il territorio e l'economia locale? Quali i rischi e le criticità? Abbiamo riflettuto di questi temi in un'inchiesta pubblicata lo scorso 4 febbraio su Corriere Buone Notizie. Qui trovate l'articolo di contesto di Paolo Riva.
Il welfare aziendale è un fenomeno in forte crescita. Sono infatti sempre di più le imprese che adottano misure e servizi per i propri collaboratori e le loro famiglie. Proprio per questo è sempre più importante concentrarsi su quello che può essere l'impatto sociale delle politiche di welfare di natura occupazionale. Ne parla Federico Razetti a commento della nostra inchiesta pubblicata su Corriere Buone Notizie.
Un numero sempre maggiore di italiani si trova a dover gestire carichi di cura familiare. Secondo una recente indagine promossa dal provider di welfare aziendale Jointly e realizzata dall'Università Cattolica di Milano, oltre il 30% dei lavoratori dipendenti si prende cura di un proprio familiare non autosufficiente: spesso sono donne e con più di 50 anni. Ciò, ovviamente, impatta in maniera decisiva sulla loro carriera lavorativa. Ne parla Valentino Santoni.
La direttiva europea sul work-life balance approvata la scorso aprile rappresenta un passo importante nel processo di riforma delle politiche legate alla conciliazione vita-lavoro. Ma qual è l'attuale condizione dei principali Paesi europei su questo fronte? Quali sono le sfide comuni sul tema della work-life balance? Cerchiamo di rispondere a queste domande analizzando i risultati del report "Conciliazione vita lavoro: sviluppo di policy" curato da ANPAL.
La Regione Lombardia ha approvato le linee guida per la definizione dei Piani Territoriali di Conciliazione 2020-2023. Il D.G.R. 2398/2019 prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro nel corso del prossimo triennio per il finanziamento di progetti e politiche volte a promuovere interventi di welfare aziendale e di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, avviati da alleanze territoriali multi-attore.
Quella demografica è oggi tra le questioni più cruciali per l'Italia ma il nostro Paese finora non sembra essere stato capace di sviluppare politiche pubbliche e interventi collettivi all'altezza di questa sfida. Per far luce su tale problematica nasce l'Alleanza per l'infanzia, un network di associazioni, esponenti della società civile e studiosi che condivide l'urgenza di sensibilizzare e fare pressione sull'opinione pubblica e sulla politica.
A Salerno si è svolto il primo seminario di "La Città in Crescita", progetto promosso da diversi stakeholder nazionali e locali per attivare e mantenere reti che possano divenire “Comunità Educanti” nell'ambito del Sistema Integrato zero-sei anni. Questo primo appuntamento, dedicato al tema "Tuscan Approach e poli educativi 0-6" è stato curato da Arianna Pucci, Pedagogista dell'Istituto degli Innocenti. L'abbiamo intervistata.
È partito il progetto "Welfare aziendale e territoriale a misura di artigiani, micro e piccole imprese" di CNA Piemonte per realizzare interventi volti a sensibilizzare le piccole realtà imprenditoriali sull'importanza del welfare occupazionale e territoriale. L'iniziativa, in cui sarà convolto anche il nostro Laboratorio attraverso la predisposizione di incontri, seminari e materiali informativi, scaturisce dal bando sul welfare aziendale previsto dalla strategia regionale WeCaRe.
Unioncamere Piemonte e Anci Piemonte, in collaborazione con le Camere di commercio e gli enti locali del territorio piemontese, hanno deciso di promuovere un ciclo di seminari gratuiti rivolti alle imprese. L'obiettivo è quello di approfondire il tema del welfare aziendale, il suo grado di sviluppo in Piemonte e, infine, presentare le modalità di partecipazione al bando legato alla strategia WeCaRe che finanzierà progetti di aziende e reti di imprese che decidono di implementare servizi e piani di welfare aziendale per i propri dipendenti.
Mediamente in Europa un uomo lavora 40 ore settimanali. La donna si ferma a 34, ma a differenza dell'uomo impegna una enorme quantità del suo tempo per attività di cura e gestione delle necessità familiari. Qual è oggi la situazione del work-life balance nel Vecchio Continente? in questo articolo vi proponiamo alcuni dati interessanti sul tema pubblicati da Eurofound, Eurostat e dall'International Labour Organization.
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo cercato di alimentare il dibattito riguardante il possibile ruolo degli assistenti sociali nel campo del welfare aziendale. Questo approfondimento, ripercorrendo l’esperienza dell'Alleanza Territoriale per le Famiglie realizzata nel territorio vicentino, si concentra sulle opportunità che il coinvolgimento degli assistenti sociali può avere nel processo di integrazione e co-progettazione dei servizi di welfare.
Da tempo la Pubblica Amministrazione sta cercando di adeguarsi per permettere la sperimentazione e la successiva messa a regime di percorsi di lavoro agile per i propri dipendenti. In questa direzione è andato il Progetto VeLa che, grazie a un lavoro di 14 mesi e al coinvolgimento di 9 enti partner, ha prodotto un "kit di riuso" da rendere disponibile ad Amministrazioni interessate a introdurre lo smart working. Ecco di cosa si tratta.
Secondo il politologo statunitense Thomas Dye, le politiche pubbliche sono tutto quello che le amministrazioni decidono di fare o di non fare. Pensando alle politiche italiane per la famiglia e per la conciliazione vita-lavoro, il pensiero corre al poco che le amministrazioni fanno e al molto che invece non fanno. Qui il commento di Federico Razetti all'inchiesta sulla conciliazione che abbiamo realizzato per Corriere Buone Notizie.
Un equilibrio instabile. I ricercatori di Percorsi di secondo welfare hanno scelto questa immagine per intitolare una recente ricerca sulla conciliazione famiglia-lavoro realizzata per la Confcommercio di Varese. Il tema è anche al centro dell'inchiesta per Corriere Buone Notizie, dove si spiega che i problemi in questo ambito sono legati a servizi pubblici inadeguati, legami familiari sempre più deboli, imprese poco propense a investire e, sullo sfondo, ancora, un grosso problema culturale.
Secondo l'Istat, nel nostro Paese ci sono 212 asili nido aziendali capaci di accogliere circa 7.000 bambini. Al momento, tuttavia, sembra che solo le grandi imprese siano in grado di realizzare e mantenere queste strutture. Per provare ad affrontare questa situazione, offrendo anche alle piccole imprese la possibilità di implementare questo servizio, è nata la startup Needo. Ve ne parliamo in questo approfondimento.
La genitorialità può diventare un valore aggiunto anche sul lavoro? Questa esperienza privata così coinvolgente può divenire un'occasione di rinnovamento del processo organizzativo aziendale? E, di conseguenza, può essere un bene per la società nel suo complesso? Sono alcune delle domande che vengono messe a tema nel volume "Genitori al lavoro. Il lavoro dei genitori", scritto da Elena Barazzetta, ricercatrice di Percorsi di secondo welfare, e pubblicato da Edizioni Este.