Nell’ambito delle attività di valutazione del PON Inclusione 2014-2020, affidate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a Ismeri Europa, le ricercatrici di Percorsi di Secondo Welfare Chiara Agostini e Alessandra Motta insieme a Margherita Bordignon hanno contribuito alla redazione del report annuale relativo al 2022. Oltre a un’analisi dello stato di avanzamento del programma, il report valuta la sua capacità di promuovere l’innovazione sociale. Ed è proprio su questo che si sono concentrati gli sforzi delle nostre ricercatrici.
PON Inclusione e innovazione sociale: il contributo di Secondo Welfare
L’analisi realizzata da Percorsi di secondo welfare ha riguardato, da un lato, l’innovazione messa in campo dagli Ambiti territoriali sociali e dagli Enti locali beneficiari degli Avvisi 3/2016, 1/2019 PaIS e 4/2016 del PON Inclusione. Dall’altro, sono stati valutati i progetti dell’Unione Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) per le persone Rom, Sinti e Caminanti e per le persone LGBT+. Oltre all’analisi documentale, nel primo caso, la valutazione è stata realizzata attraverso la somministrazione di una survey, nel secondo sono invece stati realizzati dei casi di studio attraverso interviste e focus group.
L’innovazione sociale promossa dagli ambiti territoriali
Questa parte dell’analisi si è concentrata sui risultati che il PON ha prodotto in termini di capacitazione e di governance multilivello negli ambiti territoriali interessati. La survey realizzata indica che il 66% dei rispondenti ritiene che i progetti del PON Inclusione abbiano prodotto “abbastanza” innovazione sociale. Il 42% delle innovazioni ha riguardato i processi (équipe multiprofessionali, governance, presa in carico) e il 23% la formazione e l’inserimento lavorativo. Tra le attività individuate come innovative, i rispondenti hanno poi menzionato i tirocini formativi, le attività di doposcuola, le forme di prevenzione di rischi sociali e l’housing. I risultati ottenuti dalle azioni innovative, secondo i rispondenti, sono molteplici: particolarmente rilevanti sono stati il maggior coinvolgimento del nucleo familiare nella presa in carico individuale e l’aumento della probabilità di completare i percorsi personalizzati. Il giudizio è positivo anche per quanto riguarda l’efficienza delle risorse impiegate e la sostenibilità dell’innovazione.
L’innovazione sociale nei progetti dell’UNAR
Il report focalizza poi l’attenzione sul tema delle discriminazioni di genere e relative all’origine etnica e valuta i risultati delle principali azioni portate avanti dall’UNAR in qualità di ente beneficiario delle risorse PON. Con riferimento alla popolazione LGBT+, il report si è concentrato sui Centri contro le discriminazioni la cui costituzione è un obbligo normativo. L’UNAR aveva avviato un’azione pilota con risorse nazionali. Successivamente, le risorse del PON Inclusione hanno consentito di finanziare ulteriori iniziative. L’obiettivo era costruire una rete nazionale di Centri antidiscriminazione LGBT+ sul modello dei Centri antiviolenza. Come evidenziato dal report, nella maggior parte dei casi, i centri hanno rappresentato una grande novità rispetto alle attività normalmente portate avanti dai collettivi LGBT+ e dagli Enti locali. Questi centri hanno inoltre permesso di aggregare una pluralità di prestazioni precedentemente erogate in una maniera frammentaria. Il secondo ambito di analisi ha riguardato invece le iniziative rivolte a Rom, Sinti e Caminanti (RSC) e l’analisi si è concentrata, in particolare, sul Piano di Azione regionale dell’Emilia Romagna. Questo piano ha affrontato il tema della partecipazione attiva delle comunità RSC nella definizione di politiche e interventi a loro rivolti. Nel complesso, gli interventi contro le discriminazioni approfonditi nella valutazione sono innovativi poiché hanno permesso di sperimentare nuove pratiche, di intercettare nuovi bisogni sociali, di modificare i comportamenti degli attori e delle istituzioni, di sperimentare modalità di governance multilivello e di favorire l’emancipazione dei soggetti vulnerabili.