Il Laboratorio Percorsi di secondo welfare ha realizzato una ricerca promossa dalla Onlus GMaC – Give Me a Chance per approfondire le opportunità occupazionali offerte dal Terzo Settore, con attenzione specifica al contesto lombardo e ai cambiamenti legati alla pandemia di Covid-19. Di seguito è scaricabile il rapporto “Terzo settore e occupazione in Lombardia: quali opportunità?“, frutto delle analisi svolte.
Contenuti del rapporto
Il documento indaga le diverse tipologie di figure professionali e attività lavorative attualmente richieste dal mondo del non profit, con particolare attenzione all’ambito della cooperazione sociale. L’analisi si incentra sulle opportunità occupazionali che il settore offre a individui con qualifiche medie o basse e che – per ragioni economiche, sociali o culturali – si trovano a vivere, anche solo temporaneamente, situazioni di vulnerabilità. Attraverso un’analisi delle fonti più recenti e quattro interviste con altrettanti esperti del settore, ci si è concentrati sul contesto lombardo e sulle sfide che lo attendono a seguito della pandemia.
La Lombardia è la regione italiana in cui si trova il maggior numero di occupati nel Terzo Settore. Nonostante ciò le organizzazioni del non profit lombardo hanno registrato un forte peggioramento del saldo tra ricavi e costi nell’anno del Covid. Allo stesso tempo emerge come molte figure professionali abbiano avuto una facile collocazione nel mercato del lavoro stravolto dalla pandemia. Si tratta soprattutto di operatori che si occupano di assistenza domiciliare e cura della persona, per quanto riguarda le cooperative sociali di tipo A, e lavoratori nei settori della logistica, del delivery e dei trasporti, della pulizia e sanificazione e della cura del verde, per le cooperative sociali di tipo B. Negli ultimi mesi è cresciuta inoltre la domanda di figure con qualifiche medio-alte, esperte nel campo della progettazione e dell’innovazione sociale.
In questo rinnovato quadro, spiega il rapporto, per le organizzazioni dell’economia sociale appare essenziale puntare sul tema della domiciliarità e sullo sviluppo di nuovi servizi e figure sociali, attualmente ancora in fase di definizione (come il custode sociale, il maggiordomo di quartiere e la sentinella di quartiere). Anche la cooperazione sociale di tipo B rappresenta per il futuro uno sbocco occupazionale: alcuni settori, come quello dell’agricoltura sociale e del turismo sociale hanno fatto registrare tendenze molto positive sotto questo profilo. Altre opportunità sotto il profilo occupazionale per la cooperazione arrivano poi dal mondo delle cooperative di lavoro e di consumo, quindi da organizzazioni che si basano su un fine mutualistico, e dai cosiddetti Workers Buyout, cioè da quelle operazioni di salvataggio di aziende in crisi realizzate dagli stessi dipendenti che si costituiscono in cooperativa.
Struttura del report
La prima parte del rapporto (§1) è frutto di un’analisi dei più recenti documenti riguardanti il Terzo Settore, il suo valore in termini economici e di produttività e le dinamiche occupazionali a esso connesse. Nello specifico, nel §1.1 si analizza il processo di terziarizzazione del mercato del lavoro, nel §1.2 e nel §1.3 si osserva l’evoluzione del Terzo Settore in termini numerici e di valore economico e sociale, nel §1.4 si delineano i profili occupazionali più diffusi, mentre nel §1.4 si fa un bilancio delle conseguenze della pandemia (con un focus specifico sulla Lombardia). La seconda parte (§2) contiene i risultati di un’indagine originale svolta attraverso quattro interviste in profondità che hanno coinvolto altrettanti esperti del Terzo Settore lombardo. Infine, il §3 riporta le principali evidenze emerse in precedenza e cerca di fare il punto circa le opportunità lavorative e formative nel Terzo Settore lombardo.