Percorsi di secondo welfare ha contribuito alla realizzazione di “Frammenti da ricomporre. Numeri, strategie e approcci in cerca di una politica”, il quarto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid. Le ricercatrici Celestina Valeria De Tommaso, Chiara Lodi Rizzini e Franca Maino, affiancate da Martino Bozzi, hanno collaborato alla ricerca che offre una fotografia aggiornata della povertà alimentare nel nostro Paese.
Il tema
Tra il 2019 e il 2021, nonostante la pandemia, l’andamento degli indici di deprivazione alimentare materiale e sociale è stato sostanzialmente stabile. Un dato apparentemente paradossale, la cui ragione è da ricercare nelle misure ordinarie e straordinarie di sostegno al reddito che, almeno in parte, hanno mitigato l’impatto della crisi a livello economico e sociale. Nonostante questo, circa 6 milioni di persone che vivono nel nostro Paese – il 12% dei residenti con almeno 16 anni di età (dati 2021) – risulta in una condizione di povertà alimentare. Il rapporto, partendo da questo dato, spiega come oggi la povertà alimentare rimanga un tema guardato con lenti rotte e che presenta numerosi vuoti da colmare.
I contenuti
Il Rapporto nel primo capitolo evidenzia come siano anzitutto i dati statistici ad essere frammentati, tanto da impedire di cogliere la natura multidimensionale della povertà alimentare. L’accento infatti è normalmente posto sulla dimensione economica del fenomeno, e questo comporta limiti significativi nella capacità di stimare la reale intensità e diffusione.
Tali limiti finiscono per contribuire a orientare in modo inadeguato anche le risposte di policy il cui limitato impatto sul fenomeno, come evidenziato nel secondo capitolo, viene ulteriormente compromesso dal fatto di essere pensate solo in ottica emergenziale. La mancanza di un coordinamento adeguato e di un modello di governance fortemente settorializzato porta infatti a interventi alimentari rivolti alle persone in condizioni di vulnerabilità senza però intervenire né sulle determinanti né sulle conseguenze del fenomeno.
Come si spiega nel terzo capitolo, in questo quadro sarebbe auspicabile approccio multidimensionale in cui il cibo diventi non solo una risposta immediata al bisogno ma un elemento capace di innescare dinamiche sociali innovative in ambiti differenti. Perché questo accada occorre però ripensare complessivamente i modelli di contrasto alla povertà alimentare.
Le raccomandazioni
Partendo da questa ultima necessità, il Rapporto propone alcune raccomandazioni per passare dalla logica emergenziale, monodimensionale e schiacciata sul bisogno, a interventi strutturati, multidimensionali e che offrano opportunità più ampie a chi si trova in povertà alimentare.