Lo scorso 24 aprile, la sede milanese di Confapi ha ospitato l’incontro tra la direzione regionale di Confapindustria e le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil. Sindacati e rappresentanti delle PMI lombarde si sono infatti riuniti per firmare un accordo quadro regionale per la promozione di interventi e azioni in tema di welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro nel sistema della piccola e media impresa lombarda.
In occasione dell’undicesimo congresso di Cisl Lombardia – che si è tenuto contemporaneamente a Milano e Bruxelles gli scorsi 29 e 30 aprile – abbiamo incontrato Paola Gilardoni, segretaria regionale Cisl, e le abbiamo fatto qualche domanda sul nuovo accordo regionale.
L’accordo quadro per il welfare aziendale nelle PMI lombarde
L’intervista a Paola Gilardoni
L’accordo quadro per il welfare aziendale nelle PMI lombarde
Si tratta di un primo e innovativo passo per l’introduzione e la valorizzazione del welfare aziendale nei contratti integrativi per la piccola e media impresa, nato dalla comune preoccupazione delle parti per la difficile congiuntura economica. L’intesa – spiega infatti il comunicato stampa di Cisl Lombardia – mira a raggiungere un duplice obiettivo: favorire la crescita economica dell’azienda proprio attraverso la valorizzazione della sua “responsabilità sociale” e l’introduzione di “innovative e adeguate forme di risposta ai bisogni delle lavoratrici, dei lavoratori e delle famiglie”. Ancora una volta, le rappresentanze territoriali si mettono insieme per raggiungere l’obiettivo della produttività attraverso una rinnovata attenzione alle persone.
Con particolare riguardo alla condizione delle donne, e al potenziale che esse costituiscono per la ripresa economica del nostro paese. Un tassello prezioso del welfare aziendale è infatti costituito dalle politiche di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, attraverso una migliore organizzazione degli orari, ma anche l’offerta di servizi per la cura di bambini e anziani. Aiutare le lavoratrici a raggiungere quel “difficilissimo equilibrio tra lavoro e impegni di cura” consentirebbe a molte di evitare la scelta obbligata di rinunciare all’attività professionale. Gli ultimi dati Eurostat riportano infatti uno sconcertante 46,5% di inattività femminile nella fascia di età 15-64, a fronte a una media europea (UE 27) del 34,4%. Sempre secondo l’Eurostat, più del 15% di queste non potrebbe lavorare a causa dell’onere di cura di bambini e genitori anziani.
Confapindustria Lombardia è la Federazione regionale fra le Api della Lombardia aderenti a Confapi, che – attraverso le sue associazioni territoriali – rappresenta l’industria lombarda di piccola e media dimensione. Parlando dell’attività della Federazione, il presidente Franco Colombo ha dichiarato: possiamo “essere un’arma in più a disposizione dell’imprenditore e delle imprese anche in un momento difficile dell’economia” e possiamo “far crescere le territoriali, far crescere il valore dei loro servizi, aiutare le aziende lombarde ad avere un’interlocuzione forte con le istituzioni che siano la Regione, il governo centrale, le istituzioni locali tutte”.
Un punto fondamentale del documento firmato dalle parti riguarda proprio lo spirito di cooperazione e progettazione comune con gli attori del territorio, che potremmo definire di “secondo welfare”: “la contrattazione territoriale e aziendale – si legge – rappresenta lo strumento privilegiato di coinvolgimento oltre che delle parti sociali, anche delle istituzioni e delle associazioni del terzo settore”. Rispetto poi alle istituzioni regionali, è volontà comune dei firmatari promuovere e favorire l’adesione al bando regionale per la conciliazione famiglia-lavoro, che finanzia progetti di welfare aziendale e interaziendale e l’estensione a tutto il territorio regionale della Dote Conciliazione con quasi 10 milioni di euro.
L’intesa, cui verrà dato seguito con un nuovo incontro tra le parti nelle prossime settimane, opera in particolare in queste aree: flessibilità aziendale; cura dei figli; assistenza dei familiari con disabilità, anziani, non autosufficienti; supporto economico finanziario e sociale; benessere dei dipendenti e di time saving; condivisione dei compiti di cura e utilizzo dei congedi parentali da parte dei padri; iniziative e percorsi di formazione per sostenere il rientro dei dipendenti da maternità, congedi parentali o lunghi periodi di assenza per malattia.
L’accordo si applica alle imprese associate a Confapi o che applichino i CCNL Confapi, e ai loro dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a progetto (parasubordinati) e ai lavoratori somministrati, compatibilmente con la durata del periodo lavorativo.
L’intervista a Paola Gilardoni
Come e per iniziativa di chi nasce l’accordo?
In un contesto di ridefinizione delle tutele di protezione pubblica – a causa della crisi economica e delle politiche di austerity – riteniamo fondamentale sostenere e rafforzare attraverso la contrattazione interventi in tema di welfare integrativo e complementare per preservare condizioni di inclusione sociale e tutela dei lavoratori e delle famiglie.
Inoltre, l’accordo si fonda sulla convinzione che in questa fase sia innanzitutto necessario coniugare le esigenze ineludibili di competitività delle imprese con la tutela e la promozione del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’accordo si applica a circa 5.000 imprese, per un totale di circa 90.000 lavoratori lombardi.
Come si collega l’iniziativa alla recente pubblicazione del bando per il welfare aziendale da parte della Regione Lombardia?
Certamente il bando regionale rappresenta un’opportunità per diffondere – attraverso la contrattazione fra le parti – modelli innovativi di welfare aziendale e territoriale. Ragione per cui l’accordo quadro dovrà essere declinato tramite intese territoriali o aziendali per definire – a partire dai bisogni e dalle risorse del territorio – specifici progetti.Quest’accordo promuoverà così progetti che potranno concorrere al finanziamento previsto dal bando regionale.
Ma dovremo andare oltre. Per estendere le esperienze di welfare integrativo sul territorio cercando di seguire una logica programmatica e progettuale di interventi attraverso il supporto del sistema delle reti che in questi anni si sono costruite, come le reti di conciliazione e i confronti nell’ambito dei Piani di zona, e il rafforzamento dei rapporti con le istituzioni del territorio e con il Terzo settore.
Quali saranno i prossimi passaggi?
Entro il mese di maggio si dovranno tenere i confronti territoriali, e nel contempo – congiuntamente a Confapi – dovremo sostenere la diffusione del voucher di conciliazione prevista dal Bando regionale e destinata ai lavoratori e lavoratrici al rientro dai congedi parentali.
Si conferma quanto mai necessario anche nella nostra Regione sostenere interventi per favorire l’occupazione femminile. Lo ribadisce il tasso di occupazione delle donne in Lombardia, che si attesta al 56%, ben al di sotto di quello maschile (al 73%). Inoltre, i dati sull’abbandono del lavoro delle lavoratrici entro il primo anno di vita del bambino – ben 4925 casi nel 2012 – sottolineano che le donne vivono ancora una condizione di disagio nel contemperare gli impegni professionali con le esigenze di cura della famiglia.
Come promuoverete l’accordo nei territori?
Per promuovere l’estensione e la qualificazione della contrattazione decentrata – in particolare in tema di welfare – confermiamo il sostegno ai nostri quadri e operatori nei territori e nelle categorie, sia sul piano organizzativo che formativo. La formazione rappresenta infatti una leva centrale per accompagnare i dirigenti nell’affrontare le nuove sfide e i nuovi spazi della contrattazione.
In particolare, in riferimento all’accordo con Confapi, sarà importante attivare al più presto i tavoli sindacali territoriali per confrontarsi, avviare la rilevazione dei bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, e definire i progetti di welfare e conciliazione.
Riferimenti
La notizia sul sito web di Cisl Lombardia, con intervista alla segretaria regionale Paola Gilardoni
Il sito web di Confapi nazionale
La notizia sul sito web di Confapindustria Lombardia, con intervista al presidente Franco Colombo