Dopo cinque sedute il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la prima parte della riforma del sistema socio-sanitario regionale. La seconda parte, che si occuperà di prevenzione, salute mentale, malattie rare, veterinaria e rapporti con le Università, sarà discussa alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.
Il principio cardine su cui si basa il nuovo impianto è quello di far dialogare maggiormente ospedali ed ambulatori territoriali grazie alla costituzione delle Agenzie socio-sanitarie territoriali (ASST), che dovrebberro mettere in rete i diversi livelli del sistema e permettere agli ospedali di seguire e curare il paziente attraverso luoghi più vicini a casa. Una sanità dunque sempre più legata al proprio territorio di riferimento e orientata a una maggiore coesione coi sistemi di protezione sociale. Ma nello specifico cosa cambia?
Addio alle ASL. Come detto le Aziende Ospedaliere saranno sostituite dalle ASST, che si occuperanno dei ricoveri ospedalieri ma anche delle cosiddette cure territoriali, come l’assistenza domiciliare e l’assistenza alle persone disabili, in stretta collaborazione con ambulatori e medici di famiglia. Le nuove ASST saranno 27. Previsti anche importanti interventi sulle ASL, che non si occuperanno più di servizi territoriali, che saranno effettuati direttamente dalle ASST (gli ospedali, di cui sopra), ma solo di controllo e programmazione. Assumeranno quindi una nuova denominazione – Agenzia di Tutela della Salute (ATS) – e saranno raggruppate come segue: Insubria (Varese e Como), Brianza (Monza e Lecco), Bergamo, Brescia, Pavia, Val Padana (Cremona e Mantova), Città Metropolitana (Milano e Lodi) e Montagna (Sondrio e Valcamonica).
Agenzia di vigilanza. E’ prevista la nascita di una Agenzia che vigilerà sull’erogazione delle prestazioni e delle cure sanitarie e socio-sanitarie e che dovrà agire in collegamento con le singole ATS. L’Agenzia sarà costituita da un direttore nominato dal Presidente della Giunta regionale e da un Comitato di direzione composto da 3 persone nominate su indicazione della Conferenza dei gruppi regionali di minoranza o estratte a sorte tra 10 nomi indicati dalla stessa minoranza.
Nuovo ruolo per i medici di famiglia. Grazie a due nuove strutture – le Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e le Unità complesse di cure primarie (UCCP) – potranno seguire con maggiore attenzione i pazienti che devono effettuare esami specifici (come ecografie e radiografie) o curare determinate patologie (ad esempio, diabete o malattie respiratorie).
Polo pediatrico. Gli ospedali Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli e Melloni si uniranno per garantire un unico maxi-polo specializzato nelle cure ai più piccoli: l’Ospedale del Bambino.
Super Assessorato per il Welfare. La riforma prevede la nascita di un Assessorato unico che raggrupperà Sanità e Politiche sociali. Maroni ha confermato che il nuovo super-Assessore al Welfare sarà nominato entro il 31 agosto, escludendo quindi la possibilità di un lungo interim fino all’ormai annunciato rimpasto di Giunta (che avverrà in autunno).
Risparmi per 300 milioni. Roberto Maroni ha spiegato che "con la riforma a regime la Regione prevede di recuperare circa 300 milioni di euro da reinvestire nel sistema sanitario, in particolare per abbassare i ticket sanitari, ridurre le liste d’attesa e le rette delle residenze sanitarie per anziani".
Riferimenti
Testo legge regionale 11 agosto 2015 – n. 23
Potrebbe interessarti anche:
Riforma del Sistema Sanitario lombardo: prime osservazioni dal Sindacato
Sanità lombarda: le prospettive innovative del secondo welfare