Il progressivo invecchiamento del nostro Paese rende il tema della Long Term Care una delle principali sfide del nostro sistema socio-sanitario. Ecco perché è necessario ripensare il sistema delle coperture per la non autosufficienza.
La posizione di Assoprevidenza rispetto al tema della Long Term Care
Negli oltre trent’anni di attività, Assoprevidenza – centro tecnico nazionale di previdenza e assistenza complementari – ha prestato una particolare attenzione alla tematica delle coperture di Long Term Care (LTC), cioè delle provvidenze che, in caso di non autosufficienza, intervengono, per tutta la vita dell’inabile o con un sostegno economico specifico o attraverso la diretta fornitura di servizi.
Considerando la tendenza, già evidente alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, di un’accentuata crescita delle prospettive di invecchiamento della popolazione italiana e, fisiologicamente, del rischio del moltiplicarsi di inabilità nell’estrema vecchiezza, avevamo ritenuto che le coperture di LTC potessero/dovessero svilupparsi in parallelo ai piani di previdenza complementare e nel loro ambito. Ciò in quanto nella nostra visione, forse eccessivamente illuministica, la rendita derivante da una copertura di LTC appariva come il logico e indispensabile completamento della pensione di primo e di secondo pilastro, unitariamente considerate, per l’anziano chiamato a sostenere oneri ingenti per fronteggiare una sopravvenuta forma di inabilità.
La situazione attuale
La realtà è andata in un’altra direzione: la previdenza complementare ha stentato di per sé a decollare e tuttora, a quasi venticinque anni dall’entrata in vigore della prima normativa organica di settore, il d.lgs. n. 124 dell’aprile 1993 copre un numero limitato di cittadini (poco più di sette milioni, in non pochi casi con accantonamenti individuali di ammontare assai modesto) e ai piani previdenziali complementari assai raramente si accompagnano coperture di LTC. Queste ultime hanno avuto qualche sviluppo nel contesto dei fondi di assistenza sanitaria, ma certamente sono ben lontane dall’essere un fenomeno di massa. Non mancano, in materia, importanti esperienze collettive: i CCNL nazionali di categorie quali i bancari e gli assicurativi da tempo hanno introdotto per i lavoratori del settore importanti coperture di LTC – i primi attraverso un fondo autogestito, i secondi attraverso una tradizionale polizza assicurativa – ma, in via generale, il Paese, nel suo complesso, appare sguarnito di tutela per la carenza di autosufficienza dei propri cittadini. Nel frattempo, l’Italia è saldamente la capofila nel tasso di invecchiamento della popolazione in confronto con le nazioni dell’Europa che, comunque, in via generale, sempre più risulta un “vecchio” continente, nel senso di continente di vecchi.
La proposta di Assoprevidenza
Ad oggi, secondo le valutazioni di Italia Longeva – rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva – che ha tenuto una due giorni di studi l’11 e il 12 luglio scorsi, presso il Ministero della Salute, già vi sono oltre 2 milioni di anziani affetti da patologie croniche gravi e disabilitanti. Questo dato rende evidente come l’assistenza di lungo periodo di senescenti inabili, da un lato, costituisca una delle principali sfide del nostro sistema socio-sanitario e, dall’altro, comporti un’accresciuta necessità di reperimento di risorse per ogni singolo inabile e per la sua famiglia.
Considerata la felice circostanza che l’asticella dei traguardi di invecchiamento continua ad alzarsi, abbiamo da tempo maturato la convinzione che la copertura di LTC debba divenire un obbligo per tutti i cittadini italiani, dai 18 sino ai 65/70 anni di età, ferma restando il perdurare dell’inerente garanzia per tutta la vita. In altre parole reputiamo come siffatto obbligo, avuto riguardo a dei livelli minimi fissati ex lege, debba operare non diversamente dalla copertura per la responsabilità civile imposta ai conduttori di autoveicoli. Ciò, fatta salva la possibilità di ciascuno di adempiervi in via individuale o collettiva, in un quadro di servizi integrati di welfare, per i quali si realizzino anche forme di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Ciò dovrebbe avvenire attraverso il superamento dell’ormai anacronistica barriera che oggi tiene separate previdenza e assistenza complementari.
La soluzione LTC obbligatoria non solo esalta la solidarietà intergenerazionale, ma, questione assai importante, rende alquanto contenuti i costi individuali per la copertura. La Legislatura è ormai al tramonto, ma l’anno prossimo, ad elezioni effettuate, forniremo al Governo e al Parlamento – ci auguriamo in un contesto di stabilità istituzionale – uno schema di legge al riguardo. Per questo siamo ovviamente assai lieti di ogni contributo di idee e di ogni suggerimento che ci possa pervenire.