E’ stato inaugurato sabato 15 novembre Cenni di Cambiamento, il più grande complesso residenziale in Europa che utilizza un sistema di strutture portanti in legno. Al centro del progetto la sostenibilità: ambientale, sociale e finanziaria – sia dal punto di vista degli inquilini che dei produttori. Un esempio che dimostra quanto, aldilà delle polemiche, il social housing possa diventare un efficace strumento per garantire il diritto alla casa e al contempo rilanciare il settore edilizio, al pari di quanto già accade negli altri paesi europei.
Il progetto
Cenni di cambiamento, a Ovest della città di Milano, con le sue quattro torri di nove piani è il più grande progetto residenziale realizzato in Europa che utilizza un sistema di strutture portanti in legno. Comprende 123 alloggi in classe energetica A di diverse dimensioni, proposti in affitto a canone calmierato e in affitto con patto di futuro acquisto, 6 unità commerciali, 250 mq di servizi integrativi all’abitare e 1800 mq di servizi locali e urbani.
Destinatari di questo intervento sono principalmente i giovani, o forse meglio dire i “nuovi”, perché intesi sia come nuovi nuclei familiari che come single in uscita dalla famiglia d’origine. Gli alloggi saranno infatti condivisi tra giovani single fino ai 35 anni (20%); giovani coppie (20%); famiglie giovani (25%) e anziani (15%). Inoltre gli alloggi potranno anche essere assegnati a nuclei familiari costituiti da una persona sola, eventualmente con uno o più minori a carico, senza limiti di età. Importante è però che i candidati condividano gli obiettivi e i presupposti del progetto, così da diventarne parte attiva.
Fulcro dell’intervento è la ricerca della sostenibilità. Prima di tutto dei canoni: per un bilocale di 75 metri quadrati si chiede un affitto di 450 euro, contro una media milanese che arriva a 1.000 euro. Il 30% degli alloggi sarà assegnato a canone moderato (per nuclei con ISEE-erp inferiore a 40.000 euro); il 20% a canone convenzionato (per nuclei con reddito minore di 90.000 euro); il 10% a canone sociale (a inquilini individuati dalle graduatorie comunali); il 40% in affitto con patto di futura vendita. La formula che privilegia l’affitto ha funzionato e i patti di futura vendita, che non sempre trovano riscontri positivi sul mercato, hanno riscosso interesse. In seguito all’acconto iniziale pari al 10% del valore dell’immobile (1.950 euro per mq in media), per i primi otto anni i futuri acquirenti pagano una quota che è la somma del canone d’affitto e di un anticipo sull’acquisto. La quota risulta comunque inferiore alle locazioni medie di mercato.
Ecosostenibilità
Il progetto presta inoltre un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e alla compatibilità con l’ambiente circostante. E’ realizzato con un innovativo sistema di strutture portanti in legno – materiale scelto per motivi di carattere ecologico-ambientale – di abete e larice proveniente da foreste sostenibili austriache, tanto che è stato definito “il modello IKEA delle costruzioni”. Grazie a tecnologie impiantistiche e costruttive innovative, è in grado di garantire elevate prestazioni in termini di sicurezza strutturale e di comfort abitativo. Abitare una casa in classe A significa certamente risparmiare, ma vuol dire soprattutto non contribuire allo spreco delle risorse energetiche.
La dimensione social
Il nuovo intervento ha come obiettivo la creazione di un contesto socio-abitativo animato e sicuro. Per questo verranno offerti una serie di servizi, alcuni destinati alla residenza o al vicinato, altri aperti al quartiere.
Si comincia dai servizi integrativi all’abitare, ovvero spazi, locali e dotazioni destinate in modo prevalente ai nuovi residenti che potranno utilizzarli per organizzare attività comuni. Le attività saranno autogestite direttamente dagli abitanti dopo aver compiuto percorsi guidati di progettazione partecipata che hanno lo scopo di assecondare le loro esigenze, gli interessi e i desideri. In questo modo i residenti diventeranno essi stessi i principali protagonisti nella conduzione della propria vita abitativa e sociale. Tra i vari servizi, si pensa a cineforum, hobby room, lavanderia condominiale, una banca del tempo di condominio, una sala gioco bimbi, eventi di comunità e situazioni di convivialità (pranzi, cene sociali, feste di compleanno).
Ci sono poi servizi locali e urbani erogati da associazioni, cooperative o imprese sociali (servizi diurni per bambini, adolescenti e famiglie, locali di aggregazione con servizio di ristorazione, laboratori artistici ed artigianali, spazi per eventi culturali, attività ricreative e di aggregazione). Questi servizi saranno aperti al quartiere, del quale diventeranno punto nodale, e contribuiranno al rafforzamento del tessuto sociale.
Infine, i servizi commerciali: piccole attività produttive artigianali o imprese sociali, che troveranno posto in spazi al piede degli edifici; le attività insediate saranno coerenti con il concept del progetto e ne manterranno le caratteristiche di sostenibilità e ricerca di nuovi modi di vivere il contesto urbano.
Tutti i servizi e le attività, sia quelle gestite dai futuri abitanti che quelle aperte al quartiere, saranno collocate in spazi posti al piede degli edifici. In questo modo la corte interna si animerà di residenti e di cittadini che potranno incontrarsi, relazionarsi tra loro e fruire dei numerosi servizi e delle attività commerciali. Il cuore del progetto è proprio la corte interna, che diventerà un piccolo parco, aperto anche ai cittadini, comprendente aree gioco, spazi di sosta e pergolati. Uno spazio pubblico che diverrà luogo di relazione fra i nuovi inquilini e gli abitanti del quartiere circostante, rispondendo ad un’esigenza percepita su scala cittadina.
Una partnership virtuosa
Il progetto, realizzato dallo studio Rossi Prodi di Firenze – individuato a seguito di un concorso internazionale di progettazione promosso da Polaris Investment Italia sgr con programmatore Fondazione Housing Sociale – , è stato compiuto grazie ad una collaborazione virtuosa tra attori pubblici e privati. Con un costo totale di 21,7 milioni di euro, è stato finanziato dal Fondo Immobiliare di Lombardia (nel quale investono Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Cassa Depositi e Prestiti, Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano, Assicurazioni Generali, Cassa Italiana Geometri, Prelios, Telecom Italia, oltre al Fondo Investimenti per l’Abitare, gestito da CDP Investimenti sgr) gestito da Polaris Real Estate SGR SpA. Il concept plan e il progetto sociale sono stati curati dalla Fondazione Housing Sociale, mentre come gestore sociale è stata individuata la Cooperativa d’abitazione DAR=casa. Il Comune di Milano, infine, oltre ad essersi occupato dell’assegnazione degli alloggi, ha ceduto i diritti di superficie per 90 anni, vista la rilevanza sociale del progetto. Questo ha permesso di abbattere il costo di costruzione, sceso da 1500 a 1.100 euro al metro quadrato. In questo modo Cenni è diventato finanziariamente sostenibile anche per la società che ha curato l’operazione (Per chiarimenti sul funzionamento di questi progetti, si consiglia l’intervista a Marco Gerevini e Giordana Ferri di Fondazione Housing Sociale).
La contestazione
Ma il progetto non ha ricevuto un’accoglienza unanime. Prima dell’inaugurazione c’è stato infatti un blitz di AS.I.A. e del comitato contro gli sfratti. I manifestanti per il diritto alla casa hanno chiesto un incontro con il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris per discutere del tema dell’emergenza abitativa, dicendosi contrari a progetti di housing sociale e a nuove edificazioni proponendo, in alternativa, l’autorecupero degli edifici Aler e di edilizia popolare già esistenti.
Riferimenti
Al traguardo i primi grattacieli in legno: già abitata via Cenni, il social housing realizzato in 18 mesi, Michela Finizio, Il Sole 24 Ore, 15 novembre 2013
Il quartiere anti crisi. Arriva la casa low cost tutta legno e cartongesso ad affitto dimezzato, Luca Pagni, La Repubblica, 15 novembre 2013
Progetto di housing sociale, blitz dei movimenti «No a nuove costruzioni, recuperare l’esistente», Corriere della Sera, 16 novembre 2013
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