Con il decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito poi nella legge n. 221 (il c.d. decreto Sviluppo bis) il 17 dicembre 2012, il governo definisce la startup come:
“società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”.
Ad oggi, le startup innovative presenti nel Registro delle Imprese del Ministero dello sviluppo economico sono 12.931.
Come ben sappiamo, il mondo del lavoro presenta tutt’ora un marcato divario di opportunità a livello di genere. Il tasso di occupazione a 5 anni dalla laurea registra percentuali a vantaggio degli uomini: tra i laureati di primo livello (laurea triennale) il tasso è pari all’86% per le donne e al 92,4% per gli uomini.
Si tratta di una condizione diffusa nel nostro Paese, che colpisce anche il mondo delle startup. Ne abbiamo parlato con Arianna Maschietto, Director di Plug and Play a Milano, acceleratore di startup la cui mission è promuovere l’innovazione collegando imprenditori o imprenditrici, aziende, investitori e investitrici in tutto il mondo.
Il programma di Plug and Play
“Circa otto anni fa”, ci racconta Arianna, “abbiamo visto che effettivamente durante le attività e durante i summit di più giornate salivano sul palco circa un centinaio di imprenditori, ma solo una percentuale bassissima era composta da donne”. Da questa evidenza è nata l’idea di creare un programma che potesse essere uno strumento utile a colmare questa differenza.
FoundHer è un progetto interno a Plug and Play che mira a finanziare e fare crescere progetti innovativi gestiti da donne. “Abbiamo pensato che dovessimo giocare una partita più forte e supportare per quanto possibile con quelli che sono i nostri strumenti e le nostre potenzialità le imprenditrici. Abbiamo quindi deciso di fare una call for applications”.
Tra le 35 domande, 10 sono state le realtà selezionate per essere seguite nel programma. Altre startup non selezionate hanno comunque ricevuto affiancamento o programmi educazionali da parte di enti partner.
Il talento senza etichette
Se in questo ambiente giovane e innovativo l’obiettivo è quello di valorizzare il talento di per sé, a prescindere da etichette o stereotipi, il progetto è stato pensato per rispondere a una necessità concreta. “In Italia ci focalizziamo tanto sull’imprenditoria al femminile perché siamo coscienti che ci sia una necessità geografica culturale di cercare di valorizzare una parte della popolazione che non viene considerata, per quanto ci sia un enorme potenziale. Negli Stati Uniti si parla di più di minoranze etniche”.
Si tratta di un tentativo di colmare i vuoti in base alle necessità socioculturali. “Se sei una persona che ha deciso di diventare imprenditrice, la leadership ce l’hai già innata”, afferma Arianna. “Hai delle caratteristiche che di base ti portano a voler combattere tutti i giorni per per portare avanti un progetto che hai a cuore”.
Insomma, le donne si trovano quotidianamente a scontrarsi contro il soffitto di cristallo, ovvero a lottare per raggiungere posizioni di leadership che vengono troppo spesso riservate agli uomini. Con questo tassello Plug and Play vuole creare un trampolino per accedere ad un mercato affrontando con una marcia in più il panorama imprenditoriale.
Il panorama ideale verso il quale si tende resta comunque quello in cui tutte le persone hanno la possibilità di accedere al mercato senza doversi scontrare con il soffitto di cristallo o una discriminazione in base alla propria origine.