Tra le modalità di uscita anticipata dal mondo del lavoro più recentemente dibattute figura senza dubbio l’APE, ossia la soluzione di anticipo pensionistico introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 e pensata per chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età. Nella sua duplice veste (volontaria e sociale) l’Ape non può essere considerata una prestazione pensionistica vera e propria, ma è piuttosto un “reddito ponte”, erogato dall’INPS o dalle banche per accompagnare il lavoratore già vicino alla pensione fino all’effettivo pensionamento.
Anche i Fondi di Solidarietà – cioè quegli strumenti rivolti a quelle imprese a cui non si applica la normativa della Cassa Integrazione Guadagni – sono stati coinvolti nel funzionamento dell’APE.
Infatti, non solo i datori di lavoro del settore privato ma anche gli Enti Bilaterali e i Fondi di Solidarietà possono, previo accordo individuale con il lavoratore, sostenere i costi per il pensionamento anticipato al fine di agevolare l’esodo dei lavoratori più anziani che optano per questa modalità di uscita.
Flessibilità in uscita, non solo Ape: in pensione prima con i fondi di solidarietà
Michaela Camilleri, Il Punto, 30 maggio 2018