Raggiungere il punto critico dell’impact investing nei prossimi 3 anni, il punto in cui gli investimenti ad impatto diventeranno sistematici e dominanti nel mercato finanziario. È questo, chiaro e conciso, l’obiettivo del Global Steering Group (GSS) for Impact Investment, l’organizzazione presieduta da Sir Ronald Cohen che ha ereditato il lavoro della social Impact Investmen task force nata in ambito G7 e che oggi rappresenta la finanza sociale a livello globale con 17 Paesi aderenti più l’Unione europea.
Può sembrare un obiettivo ambizioso. In realtà, i dati e i numerosi esempi a livello globale ci raccontano che non è così. È in corso una rivoluzione impact, silenziosa e poco raccontata, in cui modelli imprenditoriali innovativi ad alto impatto sociale vengono raggiunti, senza rinunciare al guadagno che ogni impresa economica ambisce a generare. È il caso della Plastic Bank che scambia la plastica per soldi con l’obiettivo di inserirla nel circuito del riciclo. O delle 80 palestre The Gym, che offronto corsi a basso prezzo nei quartieri più poveri del Regno Unito. O ancora AravindEyecare in India che cura problemi di vista alle persone più vulnerabili a prezzi calmierati.
Anche gli investitori e la finanza si muovono nella stessa direzione. Il fondo impact di Bain Double Capital ha chiuso la fase di raccolta fondi a 390 milioni di dollari, con un target prefissato di 250 milioni. La Ford Foundation ha annunciato che allocherà 1 miliardo di dollari, dei loro 12 miliardi di patrimonio, in investimenti ad impatto. E poi i più grandi asset manager del mondo: BlackRock, AXA, Goldman Sachs, Morgan Stanley, che stanno creando prodotti per soddisfare le richieste dei loro clienti per investimenti che evitino gli effetti negativi o, meglio ancora, che creino impatti positivi.
Infine, cresce il successo degli strumenti Payment by Result meglio noti come Social Impact Bond. Ad oggi, secondo il database di Social Finance – l’organizzazione anglosassone pioniera nel settore, che ne cura il censimento e la promozione – sono circa 108 nel mondo. Ed è primato dello European Investment Fund quello di aver proposto il più grande investimento di questo tipo in Europa: 10 milioni di euro investiti nel SIB finlandese rivolto all’integrazione lavorativa dei rifugiati politici. Secondo lo schema classico dello strumento, il capitale verrà ripagato e remunerato dal sistema pubblico se il risultato sociale verrà raggiunto.
In Italia, lo stesso meccanismo si sperimenterà a Torino, dove alcuni investitori hanno manifestato l’interesse nel finanziare la sperimentazione di un modello innovativo di inserimento socio-lavorativo dei detenuti della Casa Circondariale torinese. Esperimenti in via di moltiplicazione, visto che nell’ultima finanziaria è stato inserito un “outcome fund” dedicato proprio a questo, il Fondo per l’Innovazione Sociale, finanziato con 25 milioni di euro in tre anni. Entro il 30 marzo dovrebbero essere pubblicati i regolamenti per l’accesso ai fondi, per le pubbliche amministrazioni pronte a sperimentare la partnership virtuosa con il privato sociale e con gli investitori sociali.
In questo mercato così in fermento, l’organizzazione mondiale del GSG è la grande cabina di regia, che consente di tracciare un percorso per raggiungere un obiettivo realistico che non lasci indietro nessuno. Attraverso il sistema dei National Advisory Board, le piattaforme di rappresentanza nazionale, il GSG ha avviato una reazione a catena che tocca investitori, imprenditori, fondazioni filantropiche, governi in tutto il mondo e che intende arrivare ai 300 miliardi di dollari di investimenti ad impatto nel 2020.
La giornata del 19 marzo “Unlocking Impact Capital“ organizzata da Social Impact Agenda per l’Italia – National Advisory Board italiano – consentirà di riflettere sulle potenzialità dell’impact investing in Italia, con attori chiave come Cassa Depositi e Presiti, impegnata sul fronte delle infrastrutture sociali, o Fondazione CRT, che rappresenta un sistema filantropico pronto a mettersi in gioco, o CGM che riunisce un potenziale bacino di imprenditori sociali pronti a ricevere questi capitali ad impatto. Per la prima volta, arriva in Italia il CEO del GSG, l’economista indiano Amit Bhatia. Il suo keynote speech a Palazzo Marino, prestigiosa sede messa a disposizione dal Comune di Milano, ente in prima linea nella sperimentazione di modelli innovativi, sarà l’occasione per rilanciare anche in Italia l’impact investing come nuovo paradigma dell’agire economico.