Era il 2012 quando UBI Banca attraverso UBI Comunità, la propria divisione dedicata al Terzo Settore, lanciava il primo Social Bond: un prestito obbligazionario solidale che offre al sottoscrittore l’opportunità di ottenere un ritorno sull’investimento e, nello stesso tempo, di contribuire al sostegno di iniziative di rilevante valenza sociale. Attraverso questi strumenti sono stati finora sostenuti 91 progetti in tutto il Paese. Proprio in questi giorni è stato superato il primo miliardo di collocamento complessivo.
Come funzionano i Social Bond
I Social Bond sono prestiti obbligazionari che offrono al sottoscrittore l’opportunità di ottenere un ritorno paragonabile a quanto offerto dalla banca su investimenti analoghi e, nello stesso tempo, di contribuire al sostegno di iniziative di rilevante valenza sociale. Al termine del collocamento UBI devolve una quota predefinita dell’importo raccolto a supporto dei progetti legati all’emissioni, oppure destina l’ammontare collocato all’erogazione di finanziamenti a condizioni competitive per contribuire allo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale. Le organizzazioni che possono beneficiare dei Social Bond sono realtà significative nei propri territori di riferimento, che possiedono una buona capacità di mobilitazione degli stakeholder delle comunità di riferimento, e che si distinguono per efficienza gestionale e impatto sociale prodotto; e lavvode è prevista l’erogazione di finanziamenti si tratta di realtà che possiedono stabilità di cash flow e adeguato merito creditizio.
Gli obiettivi sociali perseguiti tramite Social Bond sono declinabili in funzione delle due differenti tipologie. Da un lato, i Social Bond grant based prevedono la devoluzione a titolo di liberalità di una quota predefinita dell’ammontare ricavato dai titoli collocati attraverso i prestiti obbligazionari ad associazioni, fondazioni, università, ospedali o altre realtà a valenza sociale. Mediante questa tipologia di strumenti finanziari la Banca si propone anche di generare nuove partnership tra pubblico, privato e privato sociale per generare valore per i territori di riferimento. Dall’altro, i Social Bond loan based prevedono invece l’utilizzo dell’ammontare collocato per l’erogazione di finanziamenti contribuiscono allo sviluppo di forme di imprenditorialità sociale.
Entrambi i tipi di Social Bond in questi anni hanno dimostrato di poter sostenere efficacemente, a fronte della strutturale contrazione delle risorse pubbliche disponibili e dell’ampliamento della gamma dei bisogni sociali, la capacità delle cooperative e imprese sociali di concorrere a completare l’offerta di beni e servizi di pubblica utilità.
I risultati ottenuti e la soddisfazione di Letizia Moratti
I contributi devoluti a titolo di liberalità hanno permesso di supportare 91 realtà sociali del nostro Paese: 48 istituzioni operanti nei settori dell’assistenza e solidarietà, 28 enti operanti nel campo delle infrastrutture e servizi di pubblica utilità, 12 università o centri di ricerca, e 3 operatori per lo sviluppo economico-territoriale. Grazie alle sottoscrizioni da parte di oltre 36.000 clienti, le erogazioni liberali si sono arrivate quasi a 5 milioni di euro. Gli stanziamento di plafond per finanziamenti destinati alle imprese sociali a condizioni agevolate hanno invece superato i 21 milioni.
Dal 2015, inoltre, l’impatto sociale generato dai progetti sostenuti tramite i Social Bond viene misurato tramite lo SRoI-Social Return on Investment, che ha l’obiettivo di quantificare, in termini economici, il valore sociale o ambientale generato da un progetto, un’iniziativa, un’organizzazione sociale. Un’analisi SROI mira a “catturare”, in forma monetaria, il valore di una vasta gamma di risultati attesi o generati, aggiungendo un indice numerico al rendiconto di come un’organizzazione crea valore per determinate categorie di interlocutori (stakeholder), dai beneficiari diretti alla comunità locale, dalle istituzioni pubbliche ai sostenitori, valutando il cambiamento, adottando la prospettiva delle persone e delle organizzazioni che ne beneficiano o vi contribuiscono. In questi anni i Social Bond si sono dimostrati un’opportunità di investimento ulteriore rispetto agli strumenti tradizionalmente disponibili sul mercato (prestiti obbligazionari non finalizzati e fondi etici) e in grado di andare incontro all’aspettativa di un numero crescente di risparmiatori privati che intendono coniugare obiettivi economici individuali con quelli valoriali di interesse generale.