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Intesa Sanpaolo è uno dei più grandi gruppi bancari italiani e europei. Nato nel 2006 dalla fusione di Banca Intesa e Sanpaolo IMI, secondo i dati presenti sul sito ufficiale, Gruppo oggi ha una capitalizzazione di mercato di 36,3 miliardi di euro e conta più di 11,1 milioni di clienti in tutto il mondo. In questo approfondimento vi vogliamo presentare il nuovo contratto integrativo – firmato il 1° febbraio 2017 dai vertici dell’azienda e dalle sigle sindacali del settore (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil) – che contiene delle interessanti novità in materia di welfare e conciliazione vita-lavoro.

Il welfare in Intesa Sanpaolo

Pur essendo una giovane realtà, Intesa Sanpaolo è da sempre attiva in materia di welfare aziendale. Anche prima del nuovo contratto, infatti, i dipendenti del Gruppo potevano godere di coperture previdenziali e sanitarie. In tema di previdenza complementare, ad esempio, l’azienda ha istituito il Fondo pensione Gruppo Intesa Sanpaolo, il quale ha come destinatari tutti i dipendenti di Intesa Sanpaolo e di circa 30 società del Gruppo. Per quanto riguarda la sanità invece è operativo dal 2011 il Fondo Sanitario Integrativo di Gruppo, che assicura agli oltre 200.000 iscritti un’assistenza sanitaria integrativa delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale.

Nel 2013 è stata inoltre fondata l’Associazione dei Lavoratori Intesa Sanpaolo che, grazie ad un’articolata ramificazione territoriale, si pone l’obiettivo di realizzare iniziative a supporto dei lavoratori e di fornire beni e servizi a prezzi calmierati. Alcuni dei progetti realizzati dall’Associazione, dalla sua costituzione ad oggi, sono stati:

  • il progetto “Welcare Family”, che offre un servizio per richiedere informazioni e servizi – riguardanti l’assistenza e le cure domiciliari, la gestione di pratiche burocratiche e amministrative, di natura previdenziale e fiscale – a tariffe agevolate o gratuite;
  • numerosi incontri finalizzati alla diffusione della cultura della prevenzione e della corretta informazione su svariate tematiche mediche;
  • numerose iniziative a supporto dell’organizzazione delle vacanze estive dei figli dei dipendenti, con offerte di campus e centri estivi accessibili a tariffe agevolate;
  • un progetto per il sostegno delle spese dei lavoratori in ambito culturale, che ha previsto l’acquisto a prezzi scontati o a titolo gratuito di biglietti del cinema, libri, biglietti per concerti o spettacoli teatrali, ecc.

Le iniziative di welfare presenti nel nuovo contratto integrativo

Queste prestazioni sono state oggi ampliate dal nuovo integrativo. Nello specifico l’accordo firmato il 1 febbraio 2017 introduce:

  • a possibilità di usufruire, in un’ottica di conciliazione vita-lavoro, di un intervallo per la pausa pranzo flessibile, che, inoltre, può essere esteso fino a due ore;
  • la possibilità, per chi ne fa richiesta, di trasformare il rapporto di lavoro in part-time. Questa misura è rivolta prioritariamente ai lavoratori che si trovano in difficili condizioni familiari (malattia di un coniuge, di un figlio o di parenti fino al terzo grado) o di salute (gravi patologie, patologie oncologiche, portatori di handicap);
  • l’istituzione della “banca del tempo”, cioè uno strumento che consente ai dipendenti di mettere a disposizione delle ore lavorative (pienamente retribuite dall’azienda) che possono essere utilizzate da colleghi in difficoltà che necessitano di permessi;
  • iniziative di ascolto strutturato e di counselling svolta da professionisti in materia di conciliazione vita-lavoro, welfare e servizi e rivolta a tutti i dipendenti e ai loro familiari;
  • la possibilità, su richiesta, di adottare un orario lavorativo flessibile. Questa opportunità è riservata prioritariamente ai dipendenti affetti da handicap o da gravi patologie, agli over 60 e a coloro che devono prendersi cura di un familiare malato.

Gli interventi in materia di assunzioni e pensionamento

Oltre all’ampia parte dell’accordo dedicata al welfare, l’integrativo prevede anche alcune iniziative interessanti in tema di pensionamento e nuove assunzioni. I dipendenti che maturano il diritto alla pensione entro il 2018, ad esempio, potranno accedere al pensionamento volontario incentivato (con il 75% della retribuzione annua lorda). Queste uscite saranno compensate con un numero di assunzioni che potrà arrivare a quota 150. Inoltre, il personale che maturerà i requisiti pensionistici nel 2019 e 2020 avrà la possibilità di chiedere il cosiddetto part time “agevolato” fino alla cessazione del rapporto di lavoro, che avverrà alla maturazione del primo requisito pensionistico. L’azienda si occuperà di versare l’intera somma destinata alla contribuzione previdenziale e alla previdenza complementare.

Per quanto riguarda le nuove assunzioni, l’accordo prevede che tutti i liberi professionisti e le partite iva assunti nel prossimo futuro potranno godere delle tutele previdenziali previste per i lavoratori dipendenti (in materia di maternità, malattia e infortunio) e della totalità degli interventi di welfare aziendale: dalla previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa, fino alle iniziative di conciliazione e work-life balance. Questa non è una novità da poco. Come abbiamo già visto per il caso dello studio legale La Scala, interventi simili – volti ad ampliare le tutele e garantire il welfare per i lavoratori autonomi – dimostrano come le buone pratiche spesso riescano a sopperire ad importanti vuoti normativi.


Considerazioni conclusive

Come è possibile leggere dal testo sintetico dell’accordo e dal comunicato stampa ufficiale, il recente integrativo di Intesa Sanpaolo si propone di raggiungere gli obiettivi dell’impresa in termini di produttività e redditività senza però prescindere dalle esigenze dei lavoratori. In questo senso, le parti sociali hanno cercato di coniugare iniziative di crescita economica e soluzioni innovative volte ad agevolare le condizioni lavorative di tutti i dipendenti. L’accordo appare quindi come uno strumento pienamente in linea con la vision di Intesa Sanpaolo, la quale si propone di porre al centro dell’agire dell’impresa il lavoratore.

Nel caso di Intesa Sanpaolo, inoltre, il welfare aziendale diviene un’imprescindibile strumento contrattuale. Il welfare quindi non è “solo” una risposta alle esigenze lavorative e familiari dei dipendenti – all’interno di un’ottica win-win – ma diviene un elemento che consente alle parti sociali di dialogare e raggiungere accordi vantaggiosi per tutti.