LONDRA – A sud-ovest di Londra, nel quartiere residenziale di Putney – villette a schiera e piccoli negozi – opera da ormai quattro anni Third Door, spazio innovativo che racchiude insieme ufficio e asilo nido. Third Door è il primo esperimento in Gran Bretagna di coworking&nursery per genitori che lavorano, ispirato – ci racconta la sua co-fondatrice e direttrice Shazia Mustafa – a esperienze statunitensi come la californiana Cubes&Crayons.
La struttura, che ospita reception e asilo nido al piano terra e lo spazio di coworking con postazioni individuali e sala riunioni al primo piano, si trova a Point Pleasant, una via tranquilla a pochi isolati dalla stazione della metro di East Putney, circondata da parchi e distante qualche decina di metri dalle rive del Tamigi.
“L’idea mi è venuta nel 2008 quando – dopo la nascita del mio primo figlio – ho pensato che il mio bisogno di conciliare famiglia e lavoro doveva essere sicuramente una necessità comune a tante altre donne. Così ho deciso, dopo averne parlato con mio marito, di lasciare il mio lavoro in una grande multinazionale per dedicarmi interamente al progetto di un asilo nido che, però, offrisse ai genitori un valore aggiunto. Dopo aver mappato l’offerta esistente e aver fatto ricerche su esperienze internazionali (Shazia conosce lo spazio milanese di coworking&nursery Piano C), ho studiato insieme a mio marito – che ha utilizzato il nostro progetto come case study per il suo MBA! – il business plan che, fin dal primo momento, prevedeva l’apertura di più centri a Londra”. Lo spazio di Putney, insomma, è solo il primo passo.
“Certo – ammette Shazia – l’inizio non è stato facile. Ho cercato a lungo una struttura adeguata a ospitare il progetto, e ho spesso ricevuto rifiuti dai proprietari che, una volta appreso il valore sperimentale dell’iniziativa, non si sentivano di “rischiare” affittando gli spazi a una start-up così innovativa. Ho dovuto aspettare di conoscere un proprietario fortemente motivato che ha voluto scommettere su di noi e sulla potenzialità della nostra idea di offrire ai genitori la possibilità di lavorare seriamente senza doversi necessariamente allontanare dai propri figli”.
Una proposta che coniuga efficientemente la dimensione professionale e quella famigliare, fino a ora premiata dai risultati. “Il business, che è un business sociale ma pur sempre un business – precisa Shazia – è ancora in una fase di consolidamento. Stiamo investendo in ulteriori miglioramenti degli spazi e dell’offerta, ma l’idea è quella di aprire un secondo centro in un’altra zona di Londra, magari più vicina alla city”.
Ma cosa c’è di nuovo nel concept di Third Door? Se coworking e asilo nido non sono di per sé idee nuove, unirle in un’unica struttura è certamente una scommessa. “I nostri clienti – spiega Shazia – abitano nei dintorni ma vengono anche da altre zone della città. Chi abita vicino usufruisce soprattutto del servizio di asilo nido con orari flessibili e pacchetti settimanali con giorni a scelta, mentre chi viene da più lontano lo fa appositamente per sfruttare la combinazione asilo-ufficio”. I profili professionali ospitati sono tanti, nell’ambito del design e dell’arte fino a quelli dell’informatica e della progettazione, e spesso la vicinanza si traduce in socializzazione tra genitori se non addirittura in nuove opportunità di collaborazione lavorativa. Il workhub, situato al primo piano, è dotati di ogni comfort: dalle postazioni individuali a stampante, pc, telefono e sala riunioni. I coworker che utilizzano lo spazio sono oggi una trentina – tra designer, traduttori, editor e altri professionisti – con una media di nove persone al giorno.
E per i piccoli? I 45 bambini iscritti sono accolti – in gruppi di massimo 24 – in un ampio open space al piano sottostante gli uffici, con aree per il gioco, il pranzo e il riposo, e sono costantemente seguiti dalle otto educatrici che si alternano quotidianamente tra attività indoor e a passeggiate all’aperto lungo il Tamigi. Gli orari di ingresso e di uscita tra le 8 e le 18 sono assolutamente flessibili, così come la scelta dei giorni.
Perché scegliere Third Door? I costi sono allineati a quelli delle altre strutture di asilo nido della città, ma il guadagno è costituito dal valore del tempo risparmiato e impiegato in maniera produttiva. “Third Door – sottolinea Shazia – è unico non solo per la sua offerta ma anche per il suo potenziale innovativo, la straordinaria attenzione al cliente e la sua personalità. L’unicità del progetto, e l’aspirazione di consentire ai genitori di poter lavorare anche stando vicini ai loro figli”.
“L’obiettivo – conclude Shazia – è quello di aprire nuove sedi nell’arco dei prossimi sei mesi. Per ora vogliamo gestirle noi, ma in futuro valuteremo anche l’opportunità del franchising. Per quanto riguarda invece il miglioramento dell’offerta esistente, stiamo valutando di aumentare ancora la flessibilità: estensione delle ore di attività, nuovi “pacchetti” e l’apertura nei fine settimana”.
Third Door costituisce un ottimo esempio di secondo welfare perché coniuga opportunità di business e risposta ai bisogni delle persone. Un modello imprenditoriale che insegue, o forse addirittura anticipa, la domanda di servizi innovativi di conciliazione famiglia-lavoro. A dimostrazione del grande valore dell’iniziativa, nel novembre 2012 il vice primo ministro britannico Nick Clegg ha scelto Third Door come luogo della conferenza stampa in cui ha annunciato agli inglesi i contenuti della nuova legislazione sui congedi parentali e il diritto al lavoro flessibile. Durante il discorso Nick Clegg ha ricordato l’importanza di conoscere e diffondere progetti come Third Door, che danno la possibilità di scegliere di avere una vita professionale soddisfacente senza rinunciare al lavoro più gratificante, l’essere genitori.
Riferimenti
Il discorso del vice primo ministro britannico Nick Clegg tenuto presso la sede di Third Door