Nata nel 1921 come "Officina per la lavorazione della lastra in ottone e alpacca, con fonderia", Alessi è un’azienda italiana con sede a Omegna, piccolo centro del Piemonte che si affaccia sul lago d’Orta. Riconosciuta dentro e fuori l’Italia come eccellenza del settore, in quasi un secolo di storia Alessi è stata in grado evolversi rimanendo al passo coi tempi, con le mode e con i gusti. Questa propensione al cambiamento e all’innovazione l’ha resa un’esponente di punta del design italiano, capace di plasmare materie molto diverse tra loro – dalla porcellana al vetro, dal legno alla plastica, senza dimenticare le diverse lavorazioni a freddo dei metalli, che hanno fatto la fortuna dell’azienda – per trasformarli in oggetti della quotidianità intrisi di bellezza.
Grazie alla collaborazione con i più importanti designer internazionali, Alessi negli ultimi anni è cresciuta e si è rafforzata, sviluppando stabilimenti in diverse parti del mondo ed esportando verso l’estero circa il 60% della propria produzione. Tuttavia, nonostante l’orizzonte internazionale che ne ha determinato il successo, l’azienda è rimasta profondamente radicata nella tradizione e nel retroterra culturale del suo territorio. A dimostrarlo sono alcune scelte intraprese in favore della comunità locale, che fanno di Alessi un’interessante esempio di filantropia d’impresa votata allo sviluppo locale.
Fondazione d’impresa? Meglio puntare sulla Comunità
Alessi è un’azienda di medie dimensioni che nonostante la crisi gode di buona salute (nel 2012 ha fatturato circa 85 milioni di euro). Ciò nonostante, ha preferito non avventurarsi nella creazione di una propria fondazione d’impresa. Una simile attività, infatti, si rivela spesso positiva per i territori in cui prende corpo, ma l’impegno in termini di costi e tempo per l’impresa, soprattutto in tempi incerti come quelli attuali, può rappresentare un peso non indifferente.
Alessi non ha tuttavia voluto rinunciare al sostegno del proprio territorio a cui è ancora molto legata: invece di costituire una propria fondazione l’azienda ha scelto di affidarsi alla Fondazione Comunitaria del Verbano Cusio Ossola (sapete cosa sono le fondazioni comunitarie?). Presso di essa nel 2008 è stato creato il Fondo Giovanni Alessi Anghini, finalizzato a garantire una maggiore efficacia e incisività delle attività sociali dell’azienda. Da un lato, questa scelta ha permesso ad Alessi di evitare quell’ampia serie di costi e oneri burocratici correlati alla creazione di una fondazione autonoma; dall’altro, l’azienda si è così affidata a un ente che possiede il know how per valutare correttamente efficacia ed efficienza dei progetti che vogliono partecipare ai finanziamenti del fondo, compito che non necessariamente l’azienda sarebbe in grado di svolgere autonomamente.
Dalla sua creazione il fondo, che attualmente conta un patrimonio di circa 250mila euro, ha permesso ad Alessi di destinare risorse ad attività educative e socio-culturali del territorio ma, soprattutto, di sostenere iniziative di volontariato promosse dai propri dipendenti ed ex dipendenti. Due volte l’anno, attraverso appositi bandi (l’ultimo dei quali si chiuderà nei primi giorni di gennaio) queste categorie possono presentare progetti sociali da sviluppare grazie alle risorse messe a disposizione dall’azienda, portando in dote la propria esperienza maturata nelle varie associazioni di volontariato. In questo modo il risultato raggiunto è triplice: si rinsalda il rapporto azienda-lavoratori; si rinforza l’immagine sociale dell’azienda; si sostengono attività che fanno il bene del territorio.
Riscoprire la dignità del lavoro sostenendo il territorio
In quest’ottica multi-benefica, nel 2013 Alessi ha promosso “Buon Lavoro – La fabbrica con la città”, un progetto innovativo per gestire momenti di sovra-capacità produttiva ed evitare di ricorrere alla cassa integrazione per i propri lavoratori.
La decisione dell’azienda è stata quella di provare a valorizzare in maniera diversa il lavoro dei dipendenti, impiegando il loro tempo in attività socialmente utili a favore della comunità in cui vivono e lavorano. Tra giugno e novembre 2013, 286 dipendenti della sede di Omegna (circa l’86% di tutti i lavoratori) hanno volontariamente accettato di destinare una parte del loro tempo (da 1 a 8 giornate di lavoro) ad attività sociali che il Comune, causa tagli, non era in grado di svolgere autonomamente.
In totale Alessi ha messo a disposizione del Comune di Omegna e del Consorzio dei Servizi Sociali del Cusio circa 9.000 ore di lavoro complessive che, tra le altre cose, hanno permesso la ritinteggiatura della scuola elementare, la pulizia delle aree verdi, l’accompagnamento di anziani e disabili. Nel giugno 2014 è stata avviata una seconda fase del progetto, aperta a tutti i cittadini di Omegna che desideravano rendersi utili al fianco dei dipendenti di Alessi.
Esempio positivo da seguire
Quello di Alessi è sicuramente un modus operandi che, nella sua semplicità, potrebbe rappresentare un buon modello per tante altre aziende. Investendo cifre ragionevoli e usando con flessibilità strumenti già esistenti sul proprio territorio (in primis la fondazione comunitaria), Alessi si è dimostrata capace di sviluppare politiche di welfare benefiche sia per la propria popolazione aziendale che per la comunità locale nel suo complesso. La propensione al cambiamento e all’innovazione dimostrata dall’azienda nell’ambito della produzione aziendale sembra quindi declinarsi ottimamente anche sul fronte dell’impegno sociale. La capacità di guardare la realtà con gli occhi del designer, sempre attento a cercare contemporaneamente utilità e bellezza in tutte le cose, si è rivelata il valore aggiunto di Alessi, da cui altre realtà produttive potrebbero prendere spunto per sviluppare la propria responsabilità sociale d’impresa.
Riferimenti
La presentazione del Fondo Giovanni Alessi Anghini, costituito presso la Fondazione VCO
Il testo dell’ultimo bando promosso dal Fondo Alessi
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