Ci sono già molte imprese in Italia che offrono asili nido aziendali o pagano parte delle rette. La milanese Intoo offre un servizio di coach per le neomamme. Ma solo ancora pochi esempi e per lo più offerti dalle multinazionali. Per le piccole e medie imprese c’è ancora poco.
Siamo un Paese dove è difficile coinciliare maternità e lavoro. Pochi asili nido, soprattutto al Sud, poca flessibilità da parte delle aziende, in particolare le PMI. Lo Stato, da solo, sembra non riuscire a smuovere le acque, nonostante nel lontano 2001 venne varato un Piano sui micro-asili aziendali. Vi sono però alcuni casi (soprattutto multinazionali e grandi imprese) virtuasi.
Il Gruppo Pirelli, per esempio, ha stretto una partnership con un asilo nido di eccellenza che viene pagato per metà dall’azienda. Mediaset ha il suo asilo nido, così come alcune grandi banche (da Bnl a Intesa San Paolo, fino a Unipol e Mediolanum) e anche l’Università Milano Bicocca ha un asilo d’eccellenza per le lavoratrici madri. Ci sono poi anche le imprese farmaceutiche, che hanno messo su molti servizi di welfare aziendale.
Più welfare per le lavoratrici madri, ma solo nelle grandi aziende
Barbara Ardù, La Repubblica, 6 luglio 2017