Secondo l’indagine condotta da Willis Towers Watson su circa 1.700 aziende in 34 Paesi di tutto il mondo (di cui 19 aziende italiane con almeno 250 dipendenti, che impiegano oltre 14 mila addetti a tempo pieno), l’adesione ai programmi di welfare integrato, ideati allo scopo di promuovere salute e produttività in azienda, rimane relativamente bassa: infatti, nell’ultimo anno, solo il 50% dei potenziali destinatari ha partecipato alle iniziative promosse in tale ambito.
Inoltre, il 47% dei datori di lavoro italiani ritiene che fattori quali la mancanza di risorse e di staff, così come gli insufficienti incentivi finanziari (38%), stiano ostacolando l’efficacia delle strategie aziendali in termini di promozione della salute e della produttività. È dimostrato come i principali rischi connessi alla salute quali stress (53%), obesità (47%) e assenteismo (44%) possano avere un effetto negativo profondo e duraturo sia sulle prestazioni professionali sia sulle performance complessive delle organizzazioni produttive. L’indagine evidenzia che le organizzazioni che adottano una strategia di insieme per la salute e la produttività, supportata da adeguati metodi analitici a supporto delle decisioni, hanno maggiori possibilità di successo rispetto a quelle che, invece, decidono di impiegare un approccio dispersivo, offrendo solo programmi di welfare individuali e disconnessi.
Abbiamo chiesto a Alessandro Mencarini, Senior Consulting Actuary di Willis Towers Watson, quali sinergie si possono creare tra fondi pensione, casse di previdenza e forme di assistenza sanitaria integrativa al fine di favorire programmi di welfare integrato. Mencarini ha premesso che “nel nostro Paese le misure di contenimento dei principali capitoli di spesa – sanità, previdenza e assistenza – dovranno essere necessariamente accompagnate da una complessiva ridefinizione del quadro normativo, delle strategie e dei ruoli delle istituzioni oggi attive nel comparto del welfare integrativo, in primo luogo fondi pensione, casse di previdenza, fondi e casse di assistenza sanitaria integrativa”.
“Per rispondere efficacemente alle mutate esigenze ed ai nuovi bisogni di protezione delle persone, il nuovo welfare integrato, fondato su uno schema generale dotato di adeguata flessibilità e complementarietà dell’offerta, dovrà essere progettato secondo un approccio olistico, sviluppato facendo tesoro dell’enorme patrimonio informativo oggi a disposizione degli operatori, adeguatamente valorizzato mediante una rigorosa analisi tecnica supportata da tool e software a supporto delle decisioni strategiche” ha concluso Mencarini.
Questo articolo è stato pubblicato su "Il Punto – Pensioni&Lavoro "