I “Flash Eurobarometer” sono sondaggi svolti, per mezzo di interviste telefoniche, su temi di interesse specifico della Commissione europea. Nell’ambito della preziosa attività di monitoraggio che la Commissione svolge, dall’ormai lontano 1973, sull’opinione pubblica europea (Eurobarometer), i Flash Eurobarometer rappresentano, oggi, un rapido ed efficace strumento di indagine statistica che permette di cogliere le tendenze di opinione attorno ad argomenti che spaziano dalla cittadinanza europea alle problematiche dell’allargamento, dal contesto socio-economico alle tematiche ambientali, dalla giustizia all’Information Technology.
Nel giugno 2012 è stato pubblicato il Flash Eurobarometer report n. 343 dal titolo “Innovation in the public sector: its perception in and impact on business”. Il sondaggio, condotto da TNS Politica & Social su richiesta della Direzione Generale imprese e industria, muove dal contesto delle iniziative adottate dalla Commissione europea nell’ambito dell’Innovation Union (State of the Innovation Union, 2011), cioè la punta di diamante della strategia “Europa 2020”. L’idea ispiratrice dell’Innovation Union è che in un passaggio storico come quello attuale, in cui l’UE si trova ad affrontare una crisi economica che rischia di pregiudicarne le prospettive di crescita, l’innovazione – cioè la creazione di nuovi beni e servizi da parte dei soggetti pubblici, privati e del Terzo settore che siano in grado di rispondere ai bisogni espressi dalla società in modo più efficace ed efficiente rispetto alle soluzioni sperimentate fino ad ora – rappresenti il principale “antidoto” al declino sociale ed economico dell’Europa, nel contesto della competizione globale.
Il Flash Eurobarometer sull’innovazione nel settore pubblico adotta una visuale per nulla scontata, quella cioè dei lavoratori delle imprese private, cercando di mettere a fuoco la percezione che gli stessi hanno delle prospettive di innovazione di cui la pubblica amministrazione è portatrice nei rapporti che la stessa intrattiene con l’azienda (in particolare con riferimento alla regolamentazione delle attività di impresa, ai servizi di formazione del personale e alle politiche attive del lavoro, alla disciplina delle gare per la fornitura di servizi pubblici).
Il sondaggio si basa su una serie di interviste telefoniche effettuate nei mesi di febbraio e marzo 2012, nei 27 Stati membri (con l’aggiunta di Croazia, Turchia, Macedonia, Norvegia, Islanda e Svizzera), su un campione variabile tra 100 intervistati nei paesi più piccoli fino a 500 intervistati in quelli più grandi. L’analisi dei dati ha tenuto conto, in funzione di correttivo rispetto alla disomogeneità dei dati raccolti, delle principali variabili socio-demografiche dei paesi coinvolti nelle rilevazioni.
Le interviste hanno ruotato attorno a quattro temi fondamentali:
1) il ruolo dell’innovazione nelle imprese coinvolte nella rilevazione;
2) l’uso, da parte di tali imprese, di servizi pubblici (natura dei servizi utilizzati, esistenza di processi di miglioramento dei servizi a disposizione delle aziende);
3) punti di vista sull’innovazione nei servizi pubblici (identificazione del livello di governo maggiormente capace di innovazione, capacità del settore pubblico di favorire l’innovazione in azienda);
4) peso dell’innovazione nelle gare di appalto per la fornitura di servizi pubblici.
Vediamo ora alcuni dei risultati più interessanti dell’indagine statistica.
Per quanto riguarda il peso dei processi di innovazione all’interno delle singole imprese, alla domanda se l’impresa di appartenenza avesse adottato misure di innovazione a far data dal gennaio 2009, il 64% degli intervistati ha risposto negativamente. Guardando nel dettaglio alle risposte fornite in ciascun paese (figura 1), emerge una diffusa percezione favorevole della capacità di innovazione all’interno della propria impresa per gli intervistati in Austria (52% di risposte positive), e risultati decisamente meno incoraggianti per altri paesi, in particolare dell’Europa dell’Est, come Ungheria, Lituania e Romania. L’Italia si posiziona invece nella media europea.
Figura 1. La sua impresa ha introdotto qualche innovazione a partire dal gennaio 2009? (Dettaglio dei paesi coinvolti nelle rilevazioni)
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Per quanto riguarda invece le caratteristiche dei servizi pubblici di cui si avvalgono con maggiore frequenza le imprese, una delle principali domande è stata se l’azienda di appartenenza abbia utilizzato, dal gennaio 2009, servizi riconducibili alle seguenti macro aree: salute e sicurezza, programmi di formazione per i dipendenti, interventi collegati alla tutela dell’ambiente (misurazioni, permessi, consulenze), procedimenti di autorizzazione all’esercizio di nuove attività, certificati di conformità alla normativa vigente per nuovi prodotti, procedure per l’accesso a finanziamenti per la ricerca e l’innovazione, richiesta di brevetti o licenze, procedure per l’ottenimento di permessi per lavoratori stranieri. I risultati sono sintetizzati nella figura 2.
Figura 2. A partire dal gennaio 2009 la sua azienda ha utilizzato i seguenti servizi pubblici?
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Come si può vedere, i servizi maggiormente utilizzati sono quelli legati ai temi della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, mentre molto significativo è il ridotto accesso alle procedure per marchi e licenze o a quelle per il finanziamento di ricerca e innovazione. Alla domanda, poi, se i servizi pubblici siano migliorati negli ultimi tre anni (figura 3), la maggior parte degli intervistati ha risposto negativamente, e, con riferimento specifico al caso italiano, si nota una percentuale molto bassa di intervistati che dichiarano esservi stato un miglioramento (10% contro il 17% della media europea)
Figura 3. In base alla sua esperienza, i servizi pubblici per le imprese sono in generale migliorati negli ultimi tre anni? (La torta esterna si riferisce al dato medio europeo, quella interna al caso italiano)
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Passando alla natura delle innovazioni realizzate dal settore pubblico, si nota come la maggior parte delle risposte positive si concentri sulle voci “opzione di compilazione dei moduli tramite internet” e “accesso alle informazioni sui servizi tramite internet”, mentre la percezione di un cambiamento in atto è molto meno significativa rispetto a voci come la riduzione dei tempi per l’ottenimento di permessi o l’abbattimento dei costi di esercizio (figura 4).
Figura 4. Sulla base della sua esperienza rispetto all’uso di servizi pubblici per le imprese, dal gennaio 2009, lei ha constatato l’introduzione di…?
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Per quanto riguarda invece la capacità di innovazione dei differenti livelli di governo, i risultati delle interviste sono sintetizzati in figura 5, ma gli stessi devono essere letti in stretta associazione con le dimensioni dell’impresa: la percezione di chi lavora in imprese con più di 250 dipendenti è che il livello di governo cui guardare per processi innovativi sia quello nazionale, mentre nelle imprese con un numero limitato di dipendenti (1-9) il livello di riferimento è quello municipale.
Figura 5. Sulla base dell’esperienza della sua impresa, quale è il livello di governo maggiormente innovatore?
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Un’altra domanda molto interessante ha riguardato la dichiarazione di accordo/disaccordo con quattro affermazioni riguardanti l’interazione tra l’impresa e i servizi offerti dal settore pubblico nella prospettiva dell’innovazione (figura 6). I dati sembrano indicare una generale insoddisfazione rispetto al sostegno pubblico per l’innovazione, sia per quanto riguarda la definizione delle condizioni di contesto, che, in particolare, i servizi formativi. In un momento in cui le strategie di life-long learning sono definite come un tassello fondamentale delle politiche attive per il lavoro, nella prospettiva di fornire agli individui gli strumenti per affrontare la crescente instabilità delle carriere lavorative, queste risultati impongono quanto meno una seria riflessione a livello comunitario e nazionale sulla reale efficacia dei programmi di formazione gestiti dagli enti pubblici.
Figura 6. In quale misura è d’accordo o in disaccordo con le seguenti affermazioni?
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Passando al tema degli appalti per la fornitura di beni e servizi al settore pubblico, le risposte alla domanda se la propria impresa, dal gennaio 2009, sia stata coinvolta nella fornitura di beni o servizi per il settore pubblico, sono riportate nella figura 7, da cui si evince che circa il 70% degli intervistati segnala l’assenza di rapporti di fornitura per la pubblica amministrazione. Ancora più interessante è però il fatto che, tra coloro che hanno risposto affermativamente a tale domanda, una parte consistente ritenga che il fattore decisivo per vincere una gara per la fornitura al settore pubblico di beni o servizi sia il prezzo e non la proposta di beni/servizi di carattere innovativo. Con riferimento specifico al caso italiano emerge una forte componente di indecisione rispetto alle opzioni di risposta (ben il 36 % di indecisi in Italia contro il 18% a livello europeo) (figura 8).
Figura 7. Il termine “appalto pubblico” descrive l’acquisto da parte dei governi e degli enti pubblici di beni, servizi e opere pubbliche. A partire dal gennaio la sua impresa ha…
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Figura 8. Nella sua esperienza, cosa è più importante per vincere una gara pubblica per la fornitura di beni… (La torta esterna si riferisce al dato medio europeo, quella interna al caso italiano)
Fonte: Flash Eurobarometer n. 343.
Il quadro che emerge dal report “Innovation in the public sector: its perception in and its impact on business”, pur nella variabilità delle risposte con riferimento a ciascun paese preso in considerazione, fa emergere una sostanziale difficoltà – “percepita” come tale da un numero consistente di intervistati – di considerare il settore pubblico come un valido interlocutore nei processi di innovazione attivati dalle imprese. I “miglioramenti” recenti che vengono letti in termini di reale innovazione dei servizi pubblici a favore delle aziende riguardano perlopiù l’e-government, quindi la maggiore capacità delle pubbliche amministrazioni di veicolare informazioni attraverso la rete e di agevolare le imprese nella redazione della modulistica on-line. Molto lavoro sembra invece ancora dover essere fatto nella prospettiva dell’innovazione dei molti altri servizi pubblici di cui l’impresa fa quotidianamente uso, e che non vengono tuttora percepiti come funzionali alla creazione, da parte dell’impresa stessa, di nuovi beni e servizi.
Riferimenti