Su Repubblica Andrea Mencattini, Chief Life & Employee Benefit Generali Italia, spiega i vantaggi del secondo welfare a partire dall’esperienza del proprio Gruppo, che detiene una raccolta premi di 470 milioni di euro (2013) per il settore employee benefit con quote di mercato del 29% negli infortuni e del 25% nelle coperture malattie, e con oltre 12mila aziende assicurate in Italia (con più di 25 dipendenti o 5 milioni di fatturato) ed un portafoglio clienti costituito da più di 2 milioni di assicurati (dipendenti delle aziende).
Il meccanismo del “welfare on demand” è semplice. «Erogando beni/servizi al posto di denaro, ci sono vantaggi sia per il dipendente sia per l’azienda — sottolinea Mencattini — Ipotizzando un costo aziendale di 100 euro per il singolo lavoratore, è infatti palese che, con il sistema retributivo tradizionale, il dipendente, tra trattenute fiscali e previdenziali, ottiene solo circa 50 euro netti». Se invece i 100 euro vengono commutati in un buono spesa, in un voucher per pagare spese mediche o ancora per l’acquisto di libri scolastici, «il lavoratore ha un risparmio effettivo di 100 euro, e l’azienda, grazie al proprio potere contrattuale, non deve corrispondere cifre maggiori».
Il welfare on demand, occasione per i giovani
Vito de Ceglia, Repubblica, 20 aprile 2015