Intesa San Paolo accelera sul welfare aziendale. Nel contratto di secondo livello siglato a inizio ottobre con i i sindacati, Ca’ de Sass ha concordato l’adozione di innumerevoli benefit per i propri dipendenti, confermando di essere una delle realtà italiane più innovative in materia. Ampio lo spettro di misure adottate, in particolare nel campo della conciliazione vita-lavoro, tra cui alcune misure ad hoc per i padri.
Un’unica nota dolente: pur encomiabili nell’intento, le misure a sostegno della paternità risultano ancora troppo timide, soprattutto alla luce del recente dibattito nazionale sul tema. Mentre Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, raccoglie la proposta della Ventisettesima Ora di presentare un disegno di legge per introdurre 15 giorni di paternità obbligatoria retribuita all’80%, in linea con molti Paesi europei, Intesa Sanpaolo ha concesso ai papà una sola giornata di permesso retribuito in più rispetto alle tre attualmente vigenti con la legge Fornero (di cui una sola obbligatoria).
Previsti inoltre: un aumento del 10% della quota retribuita dei congedi parentali se a usufruirne è il padre (attualmente sono pagati al 30% dello stipendio), tre giorni di permessi (non retribuiti) in più ai padri per la malattia del figlio, aspettativa aziendale per puerperio e parto gemellare (sempre non retribuita) estesa anche al padre. Proposte certamente apprezzabili e che vanno nella giusta direzione ma che risultano ancora troppo modeste: un giorno in più di paternità retribuita e congedi parentali pagati al 40% rischiano di essere insufficienti se l’obiettivo è quello di riequilibrare davvero le responsabilità genitoriali.
Sulle altre misure Intesa si rivela invece più generosa, confermando la sua forte vocazione in tema di secondo welfare. Sempre restando nell’ambito della conciliazione vita-lavoro è prevista la creazione di una banca del tempo per i dipendenti che necessatano di usufruire di permessi per far fronte a “gravi ed accertate situazioni personali e/o familiari”. Previsti inoltre permessi per l’assistenza di figli affetti da disturbi specifici dell’apprendimento, confermati gli assegni per famigliari portatori di handicap e confermate le politiche del tempo di lavoro (flessibilità di orario e part-time) attualmente vigenti. Per quanto riguarda le altre misure di welfare, degna di nota è la parte dedicata alla previdenza integrativa, con la creazione di un unico fondo pensioni a contribuzione definita di gruppo, che consentirà un innalzamento delle contribuzioni a favore dei dipendenti più giovani.
Questo articolo è stato pubblicato anche su La Nuvola del Lavoro