"Modelli ed esperienze di welfare aziendale" è un volume, curato da William Chiaromonte e Maria Luisa Vallauri per Giappichelli Editore, che si propone di offrire una panoramica, in logica comparata, di come il welfare aziendale è differentemente regolato in ambito europeo. L’opera presenta inoltre i risultati di uno studio empirico condotto tra le imprese del settore artigiano toscano. Ve ne parliamo in questo approfondimento.
Rassegna di casi nazionali: Italia, Germania, Spagna, Svezia e Ungheria a confronto
Il volume si apre con una presentazione delle coordinate del sistema italiano in tema di welfare e con l’individuazione delle principali trasformazioni che lo Stato sociale ha subito nel corso degli ultimi anni. Tale analisi è corroborata dagli autori attraverso il confronto del caso italiano con altri Paesi europei, individuati per logiche di prossimità territoriale (Germania e Spagna), perché particolarmente virtuosi in tema di welfare (Svezia) oppure perché entrati solo di recente nel panorama europeo (Ungheria).
Questo primo excursus consente di individuare alcuni elementi per esplorare soluzioni innovative in tema di secondo welfare, welfare aziendale e contrattazione, le quali possono risultare di particolare interesse se rapportate all’attuale contesto italiano.
La survey sulle PMI artigiane toscane
Unitamente alla rassegna di esperienze di welfare aziendale nazionali, nel volume sono presentati i risultati di una ricerca che ha coinvolto 10 aziende artigiane, selezionate da CNA Toscana. L’obiettivo della survey, effettuata mediante interviste in profondità, è stato quello di comprendere in che ottica i piccoli imprenditori interpretano le misure e le iniziative di welfare realizzate a favore dei loro dipendenti. Le imprese sono state individuate in base alla struttura aziendale, alla “storia” delle esperienze di welfare e all’interesse a sviluppare nuove iniziative in questa direzione.
Dallo studio, emerge un complessivo orientamento imprenditoriale a realizzare tutele per i propri dipendenti frenato, però, da una dotazione di risorse esigua in un periodo di sostanziale compressione del fatturato, bassa marginalità e fiscalità dai cunei fiscali e contributivi particolarmente impattanti sulle piccole realtà produttive.
Dalle testimonianze risulta infatti chiaro che la collaborazione tra datore di lavoro e lavoratori è centrale e che il capitale umano è inteso come determinante per il successo aziendale. A questo riguardo, queste sono alcune affermazioni emerse nel corso delle interviste: “Ho la convinzione che la persona che sta bene nell’azienda s’impegna al massimo” (p.195); “Riteniamo che le persone debbano stare bene” (p.199); “Il valore dello stato patrimoniale è la qualità delle persone, pertanto è essenziale farle contente, aggiornarle, fidelizzarle e non farle andar via” (p.203).
Alcune considerazioni sul tema e sul volume
Il welfare aziendale è un fenomeno in espansione che, complice le mutate condizioni sociali ed economiche e la progressiva integrazione del settore privato in funzioni precedentemente svolte dall’ambito statale, interessa sempre più le imprese, le istituzioni e la parti sociali. Nel tentativo di far fronte ai bisogni di cittadini e lavoratori, la situazione sostanzialmente emergenziale e l’eterogeneità dei soggetti coinvolti genera evidenti problemi di coordinamento e richiede un’analisi delle possibili soluzioni da porre in atto.
In questa direzione, il volume di William Chiaromonte e Maria Luisa Vallauri è un utile contributo alla ricerca sul tema in quanto, mostrando le differenti evoluzioni del fenomeno a livello europeo, evidenzia come il quadro legislativo nazionale e non manchi di unitarietà e necessiti di maggiore organicità. Gli autori inoltre, tramite il focus sul settore artigiano toscano, rendono evidenti quali sono le pratiche realizzate dalle PMI italiane a livello locale, dando così voce alle esigenze manifestate dagli imprenditori.
Riferimenti