La ripartenza pone tante sfide alle imprese. La startup aBetterPlace le sta affiancando nella gestione del cambiamento, utilizzando strategie basate sul comportamento per migliorare sicurezza, benessere psicologico e performance dei dipendenti. Le scienze del comportamento forniscono strumenti utili e pratici per fronteggiare alcune delle sfide personali e professionali che questa nuova normalità, inattesa ed incerta, ci pone: dal sano e sereno rispetto delle regole, alla gestione dello stress. Di questo si occupa l’architetto delle scelte, un’innovativa figura professionale che, forte di una profonda conoscenza dell’essere umano e dell’irrazionalità dei suoi processi decisionali, sviluppa strategie che favoriscono un approccio sistematico per instaurare abitudini sane e promuovere comportamenti produttivi.
Incertezza e i mostri decisionali: verso una nuova normalità
I contesti ad alto grado di incertezza generano facilmente mostri, mostri decisionali: quando le prospettive non sono chiare e le minacce si moltiplicano, quando i confini non sono netti e le decisioni non sono immediate, gli esseri umani faticano a produrre scelte razionali. A definire in modo chiaro questo stato di alterazione è l’economia comportamentale attraverso il concetto di bounded rationality, che approfondisce le dinamiche del comportamento umano quando si prendono decisioni: il processo decisionale, infatti, risulta afflitto costantemente da errori sistematici, bias, causati da illusioni cognitive, pregiudizi, dispercezioni, mancanza di autocontrollo e grossolani errori di valutazione. Questi fenomeni, seppur assolutamente naturali e tipicamente umani, portano a convivere con ansia ed emozioni negative. In un contesto organizzativo come quello professionale, tutto questo influenza significativamente sia le decisioni prese dai leader, sia quelle prese dalle persone di cui sono responsabili.
In momenti come quello attuale in cui l’incertezza regna sovrana, le indicazioni non sono sempre chiare e le decisioni si devono confrontare con l’obiettiva difficoltà di fare previsioni, conoscere a fondo il processo decisionale umano significa anche poter prevedere gli errori e prenderne il controllo. Risulta chiaro quindi come conoscere il fattore umano e saperlo governare sia fondamentale per i leader di ogni organizzazione, così da avere gli strumenti per intervenire prevenendo derive decisionali e sostenendo buone condizioni di scelta per i propri dipendenti, instaurando abitudini sane che favoriscano comportamenti produttivi.
Basandosi su una solida conoscenza scientifica, le scienze del comportamento forniscono strumenti pratici, utili per affrontare questa nuova quotidianità, supportando le diverse figure professionali su differenti fronti. Facciamo un paio di esempi:
- la nuova normalità richiede che tutti rispettino le regole quando sono nei luoghi di lavoro. Ma come garantire una serena convivenza con le regole, che ne renda facile il rispetto e lasci lo spazio mentale per concentrarsi su quello che conta?
- Il livello di stress a cui i lavoratori sono esposti è sicuramente elevato: nuove abitudini, nuove richieste, nuove paure. Come possono progettare le proprie azioni e decidere di agire per far fronte alla situazione, rimanendo fedeli ai propri valori?
Proviamo a rispondere a queste questioni.
Nudging, progettare il contesto per favorire il rispetto delle regole valorizzando la performance lavorativa
Dopo la Fase 1, il cosiddetto lock-down, che ha imposto regole relativamente semplici, ma rigide, come il distanziamento e l’isolamento domiciliare, l’evoluzione delle restrizioni è e sarà ancora più complessa e articolata. La nostra nuova normalità sarà pertanto lunga e in evoluzione: nuove abitudini, nuove prassi lavorative, nuovi modi di interagire, che richiederanno un forte spirito di adattamento. Nuove emozioni, positive e negative, a essi collegate. Sarà necessario che le persone siano motivate a rispettare le regole. In ogni contesto lavorativo sarà fondamentale una piena fiducia nelle regole che vengono imposte e in chi le impone, oltre a una costante attenzione alle comunicazioni che vengono ricevute. Soltanto in questo modo sarà possibile condividere spazi, in particolare lavorativi, potendo serenamente concentrarsi sul proprio lavoro, garantendo buoni livelli di performance.
Per riuscire ad ottenere tutto questo bisogna essere in grado di lavorare bene su 3 elementi fondamentali:
- Sicurezza: portando ogni lavoratore a sentirsi al sicuro, ponendo in evidenza l’importanza del rispetto di tutte le norme, in modo automatico e fluido, senza eccessivi sforzi e quasi senza accorgersene.
- Benessere: migliorando la qualità del luogo di lavoro, per consentire ad ogni lavoratore di stare bene in ufficio e soprattutto di starci volentieri, senza esitazioni e con soddisfazione nello svolgere il proprio lavoro.
- Opportunità: sopportando regole e nuovi comportamenti, che spesso significano nuove occasioni di contatto, nuove relazioni umane e professionali da instaurare tra le persone, ma anche vecchi valori da ravvivare.
Le scienze del comportamento ci aiutano a tradurre questi concetti in azioni concrete, lavorando sulla progettazione del contesto lavorativo.
Senza far sentire la propria presenza, uno spazio ben progettato guida le decisioni, soprattutto quelle che, nel quotidiano, vengono prese rapidamente e con poca consapevolezza, lasciando le persone libere di concentrarsi su ciò che conta davvero. Definire strategicamente l’ordine in cui svolgere le quotidiane operazioni legate a prevenzione e sanificazione, riprogettare l’accesso e l’utilizzo dei luoghi di lavoro, di distensione, di break, specificare quali comportamenti tenere in determinati contesti: queste sono operazioni che snelliscono il processo decisionale, generando serenità e benessere in ogni momento della giornata e in ogni luogo, garantendo una conseguente migliore produttività. Se è l’ambiente stesso a segnalare con chiarezza e semplicità ciò che è o non è consentito molte scelte fondamentali verranno prese rapidamente e senza indugio, favorendo il rispetto delle normative necessarie per una ripartenza sicura e consapevole. Non soltanto, quindi, messaggi e buona comunicazione, ma anche piccoli stimoli, occasioni, promemoria, organizzazione degli spazi, indicazioni, semplificazioni: modifiche all’ambiente fisico che favoriscano buoni comportamenti e interazioni. In questi casi si parla di Nudge, dall’inglese “pungolo”, che possiamo considerare delle “spinte gentili”: interventi che facilitano e sostengono decisioni buone agendo nel pieno rispetto delle persone e delle loro volontà, consentendo sempre agli individui di scegliere diversamente. Un concetto semplice ma incisivo visto che l’ideatore della Nudge Theory, Richard Thaler, ha ricevuto il premio Nobel in Economia nel 2017.
L’utilizzo sapiente dei nudge consente quindi il ridisegno di un contesto aziendale in modo che tutto – messaggi, percorsi, indicazioni – sia armonico, semplice e chiaro, privo di qualsiasi ambiguità e che lasci quindi la mente di ogni professionista libera di concentrarsi sull’attività lavorativa.
La gestione dello stress: il ruolo della flessibilità psicologica per guidare i comportamenti nelle situazioni di incertezza
Un’ulteriore problematica presente in situazioni a forte impatto emotivo è l’elevato livello di stress che inevitabilmente si genera nei vari contesti personali o professionali. Per affrontarlo è importante allenare la propria flessibilità psicologica per saper decidere come comportarsi.
In situazioni a forte impatto emotivo è importante infatti che tutti imparino quanto le nostre decisioni siano spesso bloccate dal quello che può essere definito il “pilota automatico interno” guidato da una sorta di navigatore satellitare mentale/emotivo. Per far fronte allo stress e prendere le decisioni migliori è importante conoscerlo, sapere come utilizzarlo e imparare come metterlo in pausa. Solo in questo modo l’individuo diviene meno soggetto ai desideri, alle emozioni e agli umori del momento, arrivando ad essere autonomo e decisamente più razionale. La flessibilità psicologica è essenziale per il benessere degli esseri umani in generale, ma questa abilità diventa ancora più importante quando è necessario affrontare alcune condizioni particolarmente sfidanti, che caratterizzano radicali cambiamenti nel proprio contesto, situazioni di incertezza in cui è necessario fare scelte che siano decisive per se stessi e per gli altri, relazioni professionali conflittuali, quando si è in presenza di emozioni intense o interessi divergenti e fasi di insuccesso o di fallimento, personali o collettive.
La situazione generata dall’emergenza Covid-19 presenta molte di queste caratteristiche e sta coinvolgendo non solo singole persone o gruppi ma intere organizzazioni, con il rischio di rendere esponenziale l’effetto di queste condizioni difficili sul benessere del lavoratore e il funzionamento delle dinamiche interne. Per questo risulta particolarmente importante allenare la flessibilità psicologica dei dipendenti e favorire una buona presa di decisioni.
L’architetto delle scelte
I due esempi che abbiamo fatto ci mostrano come l’esperto di scienze comportamentali possa concretamente aiutare le organizzazioni ad affrontare la situazione che stiamo vivendo, adottando una nuova prospettiva e strumenti scientificamente fondati.
Il professionista che se ne occupa è l’Architetto delle scelte: un’innovativa figura professionale che, consapevole dei processi di base che regolano le risposte umane, è in grado di agire evitando bias ed errori sistematici derivanti dagli automatismi del processo decisionale umano, sviluppando consapevolezza sui comportamenti e guidando le decisioni delle persone in modo che siano più proficue per se stesse e per le comunità in cui vivono.
Allo stesso tempo l’Architetto delle Scelte è in grado di lavorare per ottenere un collegamento esplicito tra valori individuali e decisioni prese, di individuare le strategie più adattive, efficaci e salutari per farle diventare maggiormente stabili. L’Architetto delle scelte favorisce quindi, un approccio sistematico che instauri abitudini sane e promuova comportamenti produttivi.
Di tutto questo si occupa aBetterPlace, la giovane startup milanese, in collaborazione con Interazioni Umane, entrambe filiazioni dell’Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano (IESCUM). Si tratta di un team di Architetti delle Scelte, con alle spalle un lunga storia di ricerca sul campo e un supporto accademico, che mettono al centro del proprio lavoro l’economia comportamentale per fornire consulenza, progettare, strutturare e formare realtà lavorative decise ad intraprendere un percorso di cambiamento.
Considerando le sfide che questo particolare momento inevitabilmente impone, la sua attività si sta focalizzando sull’utilizzo delle proprie competenze per affiancare le organizzazioni nel supportare al massimo i propri dipendenti. All’interno del proprio sito ha creato inoltre uno spazio chiamato Osservatorio BE / Covid-19 dove raccoglie spunti che aiutano a leggere quanto sta succedendo grazie alla prospettiva offerta dalle scienze del comportamento. Questo può essere utile non solo ad interpretare e comprendere, ma anche a prevedere comportamenti e, dove possibile e necessario, progettare interventi di cambiamento e sostegno alle decisioni.