Questa settimana il Bollettino ADAPT n.9 del 6 marzo 2017 presenta due interessanti contratti integrativi che regolamentano forme di welfare aziendale e smart-working.
Il primo riguarda OBI Italia, società appartenente al gruppo tedesco OBI. Il nuovo contratto, oltre ad un importante investimento sulla formazione del personale, prevede la conversione del premio di produttività in prestazioni, opere o servizi previsti dall’art. 51 del TUIR “aventi finalità di rilevanza sociale”.
Il secondo accordo riguarda la sperimentazione dello smart-working all’interno di ENI. Come è possibile leggere dal testo dell’accordo, lo strumento, volto a garantire un ambiente di lavoro incline alla flessibilità, è destinato alle neo-mamme e ai neo-pappà che ne facciano espressa richiesta.
Infine, è da segnalare anche un’interessante contributo firmato da Emmanuele Massagli in merito al discusso tema del reddito di cittadinanza. Secondo Massagli, nelle ultime settimane il tema del reddito di cittadinanza sembra essere di grande attualità. Sembrano essere decine le diverse forme che questa proposta può assumere, a seconda degli orientamenti politici e dei credo economici dei proponenti. C’è qualcosa però che accomuna tutte queste proposte: il superamento dell’idea del lavoro come fondante l’identità della persona, ben oltre la sua dimensione salariale. Tutte queste ricette postulano la centralità del denaro (dimensione economica) rispetto alla relazione lavorativa (dimensione sociale): se, in qualche modo, lo Stato distribuisce redditi, può evitare di spendersi per creare e fare creare lavoro.
Bollettino ADAPT n.9 del 6 marzo 2017