All’interno del Bollettino ADAPT n.8 del 27 febbraio 2017 sono presenti due interessanti contributi che hanno come focus il welfare aziendale.
Il primo – "Contenuti e tendenze della contrattazione aziendale. Anticipazione del III Rapporto ADAPT" – riguarda alcune anticipazioni del III Rapporto ADAPT sulla contrattazione collettiva in Italia, all’interno del quale si sono analizzati i contenuti di 370 contratti integrativi aziendali sottoscritti nel corso del 2016 in ventitré settori produttivi. Secondo quanto anticipato da ADPT, un elemento di novità rispetto a quanto riscontrato nel quadriennio 2012-2015 è la diffusione di previsioni contrattuali che riconoscono ai lavoratori la possibilità di convertire in welfare, totalmente o parzialmente, il premio di risultato (es. Enel, Menarini, Tyrolit Vincent e Zambon).
Clausole di questo tipo si rinvengono nel 19,5% delle intese analizzate (nel 28,4% degli accordi che regolano il premio di risultato) e sono maggiormente diffuse nelle imprese con oltre 250 dipendenti. Sulla scorta delle novità introdotte dalla Legge di stabilità per il 2016, è del resto la stessa materia del welfare ad essere oggetto di una crescente attenzione da parte dei negoziatori aziendali, passando dal 17% del triennio 2012-2014 e dal 20% del 2015, a una frequenza contrattuale del 30,3% (es. Fincantieri, Hera, Sara Assicurazioni e Unipol).
Il secondo – "Tra welfare e politiche attive, attualità e scenari di un mercato complesso nelle parole di Emmanuele Massagli" – riguarda un’interessante intervista fatta a Emmanuele Massagli, Presidente di ADAPT, sul tema del welfare aziendale e delle politiche attive. Secondo Massagli, lo scenario rispetto al welfare aziendale è molto cambiato negli ultimi due anni.
I beni e i servizi realizzati dalle imprese verso i dipendenti non sono più interpretabili come misura paternalistica – alla Olivetti e alla Mattei – ma piuttosto, grazie alle nuove norme, come una leva gestionale che pone al centro il dipendente, valorizzando il ruolo delle parti sociali, responsabilizzando la contrattazione di prossimità e comprendendo la funzione anche economica del welfare, senza superarne la finalità sociale.