L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare è una piattaforma web interattiva che mette in rete le imprese e le associazioni italiane orientate a realizzare prodotti e processi virtuosi, ad alto valore sociale e territoriale. In questo articolo ne vediamo il funzionamento, i risultati raggiunti e le opportunità in un’ottica di secondo welfare.
La definizione, gli obiettivi e la normativa di riferimento dell’economia circolare
Con il termine “economia circolare” si intende un sistema economico efficiente, pianificato in modo tale che i materiali vengano ri-utilizzati nei cicli produttivi successivi, riducendo così le risorse complessivamente utilizzate e minimizzando gli scarti. L’obiettivo di questo nuovo paradigma è complessivamente la valorizzazione dell’efficienza nelle scelte energetiche e nell’utilizzo delle risorse, tramite un’applicazione attenta anche alle ricadute socio-economico-ambientali. La transizione verso un tipo di uso non lineare dei beni è un tema prioritario della strategia europea Horizon 2020 e, in Italia, i principi della green economy e dello sviluppo sostenibile sono parte dell’ordinamento (con la legge di stabilità 2016) e sono sostenuti tramite incentivi fiscali (introdotti nel la legge di bilancio 2018).
L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare
Con l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare sono censite e documentate tutte le iniziative realizzate dalle imprese e dalle associazioni italiane che si rifanno ai principi dell’economia circolare, tramite una mappatura partecipata e in continuo aggiornamento. Grazie all’utilizzo di una piattaforma web dedicata, i soggetti virtuosi sono messi in rete: ciò concorre a incrementare le connessioni e le opportunità di azioni sinergiche. Inoltre, la possibilità di consultare gratuitamente le schede descrittive delle realtà mappate è una guida per i consumatori interessati ad acquisti più responsabili: in tal modo si promuove anche un cambiamento culturale.
Il progetto è ideato e realizzato da un network muti-stakeholder, cui partecipano Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano, Banca Popolare Etica, Fondazione Ecosistemi, Associazione A Sud e Associazione Zona. Si tratta di soggetti dal differente know-how che, per l’iniziativa, offrono supporto scientifico per la mappatura e la validazione delle best practices e realizzano attività di sponsorizzazione e finanziamento.
I criteri di circolarità, la metodologia di mappatura e i primi risultati raggiunti
L’Altante Italiano, ad oggi, conta oltre 100 enti virtuosi, presenti prevalentemente in Lombardia (21% del totale), Lazio (15%) e Toscana (12%) e afferenti a settori economici differenti, dai servizi di recupero rifiuti (18% dei casi) alla realizzazione di abbigliamento e accessori con materiali di recupero (15%).
Le iniziative di economia circolare per essere selezionate e incluse nell’Atlante devono soddisfare gli Indicatori di Circolarità Ambientale e Sociale elaborati dal Comitato scientifico. Si tratta di 10 dimensioni complessive, di cui 3 inerenti la sostenibilità sociale (valore condiviso e comunità territoriali; inclusione sociale; certificazioni ambientali). La valorizzazione delle ricadute sociali delle esperienze mappate prende, infatti, in considerazione l’impatto prodotto sulle realtà di filiera connesse e sullo sviluppo di altre forme economiche nel tessuto locale.
Inoltre, l’Atlante considera e valuta positivamente il tasso di inclusione delle fasce svantaggiate e dei soggetti a rischio esclusione sociale, realizzato tramite il sostegno e il rafforzamento di esperienze sociali territoriali. Infine, si controlla che negli enti presi in considerazione per la selezione siano presenti report che analizzano, qualificano e le informazioni ambientali.
Qualche considerazione sul progetto
L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare è un riuscito esperimento che, realizzando una raccolta organica delle best practices italiane, informa e sensibilizza sul tema del consumo critico e responsabile. Questo progetto è rilevante anche in una prospettiva di secondo welfare dal momento che – attraverso il coinvolgimento di una pluralità di attori di natura differente – promuove la creazione di nuovo valore sociale. Il concetto base del modello economico circolare – ossia la rigenerazione – è infatti qui declinato anche in senso sociale: le imprese e le associazioni interessate sono interpretate come in grado di accrescere il benessere nei territori in cui si collocano e verso le comunità che coinvolgono.
Riferimenti
L’Atlante Italiano di Economia Circolare