Il 7 marzo 2016 è stato pubblicato "La residenzialità per gli anziani: possibile coniugare sociale e business?", primo Quaderno di approfondimento 2016 del ciclo "Welfare e Investimenti a 360 gradi" nato dalla collaborazione tra Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali.
Lo studio prende spunto dal fatto che l’invecchiamento della popolazione, e i nuovi rischi e bisogni ad esso correlati, in particolar modo quello della non autosufficienza, sta assumendo una rilevanza via via sempre maggiore. Un tempo a tale rischio provvedeva completamente il nucleo familiare, ed in particolare modo le donne. Oggi, invece, a causa delle trasformazioni socio-economiche che caratterizzano la nostra società, la famiglia “allargata” da sola non è più in grado di farsi carico di tali bisogni, e sempre più cerca alternative presso altri due grandi attori del welfare: lo Stato e il mercato.
Il tema della residenzialità per gli anziani rimane così di grande attualità nel nostro Paese, dove un sistema di Long Term Care (LTC), ovvero un sistema di assistenza di lungo periodo, non esiste. Anche perché i costi non sarebbero sostenibili dal Sistema Sanitario nazionale. In aggiunta gli importi medi delle pensioni erogate da INPS e dalle Casse professionali risultano insufficienti per poter affrontare, da soli, i costi legati alla non autosufficienza. Come sottolinea il Quaderno, i costi giornalieri delle strutture residenziali per anziani, sommando la “quota alberghiera” a carico delle famiglie a quella “sanitaria” pubblica, variano dai 106 euro ai 233 euro al giorno. Anche se il sistema sanitario pubblico si accolla in media il 51% della spesa, la quota che resta a carico dell’anziano va dai 1.500 ai 3.400 euro al mese. Da qui la domanda a cui la ricerca tenta di dare una risposta, possibile coniugare sociale e business in un ambito delicato come quello della residenzialità per gli anziani?
Lo studio di Assoprevidenza e di Itinerari Previdenziali prospetta una risposta positiva al quesito attraverso due azioni indispensabili: la prima riguarda l’introduzione urgente di una copertura di LTC obbligatoria, che consenta di raddoppiare la rendita pensionistica all’insorgere della non autosufficienza; la seconda prevede di coniugare sociale e business attraverso il mercato, facendo comprendere che l’investimento diretto o indiretto in strutture di LTC presenta numerosi vantaggi per gli enti che gestiscono forme pensionistiche, a partire dalla remunerazione del capitale investito con flussi certi, al riparo dell’inflazione e investiti in beni reali. Il Quaderno muove quindi dalla consapevolezza che il fabbisogno assistenziale di questa fetta di popolazione non possa più essere considerato solo un costo, ma un’opportunità per favorire la sperimentazione di forme innovative di investimento pubblico-privato, in particolar modo attraverso partnership con investitori istituzionali, quali fondi pensione e casse di previdenza private. In una situazioni di limitate risorse disponibili, come lo è l’attuale, risulta sempre più necessario agire in un’ottica di welfare integrato, non dimenticando come lo sviluppo di questo settore potrebbe dare nuovo slancio all’occupazione, creando nuovi posti di lavoro non delocalizzabili ne sostituibili dalla tecnologia.
Riferimenti
La residenzialità per gli anziani: possibile coniugare sociale e business?