Gli italiani vivono di più rispetto al passato. È un’ottima notizia, ma vivere più a lungo comporta quello che gli economisti chiamano “rischio di longevità”. Si tratta del rischio di vivere più a lungo di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare e comporta il bisogno di assicurarsi le necessarie risorse finanziarie per garantirsi un certo grado di benessere anche nell’ultima parte della vita.
Su Repubblica Marco Frojo spiega che “fino a qualche decennio fa il rischio longevità veniva interamente coperto dallo Stato, prevedendo una pensione di vecchiaia abbastanza in linea con lo stipendio guadagnato negli anni lavorativi” attraverso un sistema retributivo. “I cambiamenti demografici e le necessità di sostenibilità dei conti pubblici hanno però reso necessaria nel tempo la riforma del sistema di previdenza“ andando verso un sistema contributivo. Meno generoso e legato a quanto effettivamente versato dal lavoratore nel corso della vita.
Questo significa che il benessere finanziario di chi termina la propria vita lavorativa non può più dipendere solo dallo Stato. Per questo occorre avviare una pianificazione di lungo periodo, che abbraccia fondi pensioni di categoria, aziendali, aperti o personali. Tra le altre cose.