La violenza di genere è un tema delicato che sta entrando prepotentemente nelle cronache quotidiane.
Nell’ambito della sua attività di studio e approfondimento su questo delicato argomento, il Servizio Analisi Criminale, Ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ha scelto di focalizzare l’attenzione su come giovani e giovanissimi, futuri adulti di domani, percepiscono il fenomeno della violenza di genere e quanto conoscano le norme e gli strumenti messi a disposizione dalle Istituzioni e dalle Forze di polizia.
Tale scelta evidenzia l’urgenza di porre l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere, per stimolare la riflessione e promuovere un dibattito costruttivo intorno ad un tema che è prima di tutto culturale; ciò non solo per comprendere il mondo e la società che ci circondano, ma anche per sensibilizzare gli adolescenti su una tematica che inevitabilmente è al centro dell’attualità e che sta assumendo una rilevanza socioculturale, fino a configurarsi come un di campanello d’allarme.
Non è infatti un caso che nell’ anno 2023 la parola “femminicidio” è stata scelta dall’ Istituto della Enciclopedia italiana Treccani come parola dell’anno, per contribuire alla formazione di una coscienza comune contro un fenomeno così insidioso, soprattutto a cagione della sua portata trasversale.
Dati su cui riflettere
Relativamente al periodo compreso tra il 1 gennaio al 17 marzo 2024, sono stati registrati 68 omicidi volontari, con 22 vittime donne, di cui 20 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste 10 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Rispetto a quello analogo dello scorso anno, il numero degli eventi è in diminuzione, da 76 a 68; come pure è in calo il numero delle vittime di genere femminile che da 28 scendono a 22. Anche in relazione ai delitti commessi in ambito familiare/affettivo, si rileva un decremento nell’andamento generale, passando da 38 a 33, altrettanto si registra una diminuzione per quanto attiene al numero delle vittime di genere femminile, che da 28 scendono a 20. In flessione, rispetto allo stesso periodo del 2023, anche il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 21 diventano 13, con analogo andamento per le vittime di genere femminile, che da 19 passano a 10.
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Parlare dunque dei temi e accendere i riflettori è importante per non abbassare la guardia su un fenomeno dilagante, ma al tempo stesso è fondamentale approfondire, discutere e mettere in campo azioni e strumenti.
Il questionario rivolto agli adolescenti
Per le considerazioni che precedono, il Servizio Analisi Criminale in collaborazione con la Consulta delle ragazze e dei ragazzi, composta da adolescenti dai 13 ai 17 anni che fa da consulente all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), ha realizzato un questionario sulla violenza di genere, per comprendere a pieno “l’universo” dei giovani e per aumentare la conoscenza e la consapevolezza verso un tema così attuale.
I giovani tra i 14 e 18 anni sino all’8 aprile, in maniera assolutamente anonima, possono rispondere alla consultazione pubblica; un questionario pubblicato sulla piattaforma “iopartecipo” dell’Agia.
“Stereotipidigenere.eu”: smontare in classe gli stereotipi di genere
Data la rilevanza che il tema riveste per i giovani e giovanissimi, il predetto questionario è stato inoltre sottoposto all’attenzione di chi frequenta scuole secondarie di secondo grado, allo scopo di acquisire, sempre in forma anonima, nel pieno rispetto della normativa a tutela della privacy, la loro percezione del fenomeno della violenza di genere. A tal proposito, è stato interessato il Ministero dell’Istruzione e del Merito al fine di avere suggerimenti circa l’individuazione degli Istituti scolastici di Roma da coinvolgere per tale iniziativa, alla quale hanno aderito con entusiasmo e viva partecipazione molte persone.
Nella piena convinzione che il coinvolgimento e la partecipazione dei giovani rappresenti un elemento centrale delle politiche pubbliche, i risultati di tale ricerca consentiranno di acquisire degli importanti spunti di riflessione da parte del mondo dei giovani da tenere in considerazione per poter predisporre interventi sempre più efficaci per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, sebbene tale iniziativa non ha alcuna pretesa di restituire un’indagine statistica condotta a livello nazionale.
L’importanza di sensibilizzare i giovani
Sensibilizzare i giovani, attraverso consultazioni pubbliche ma anche attività formative specifiche e workshop, significa infatti sviluppare modelli e comportamenti virtuosi nella società e un pensiero critico per creare ambienti sicuri e protetti.
Pur restando indiscusso il quotidiano impegno delle Istituzioni di creare una rete sul territorio che intercetti segnali di violenza, ove le Forze di polizia sono chiamate a fare la propria parte, il vero punto di partenza è la sensibilizzazione delle nuovi generazioni verso un percorso che sia in grado davvero di portare alla parità tra i due generi basata sull’imprescindibile valore del rispetto verso il prossimo e, in particolare, nei confronti delle donne, al fine di evitare che le relazioni tra coetanei possano degenerare in condotte deprecabili, sino a configurare veri e propri reati, o che ci si possa trovare intrappolati in una “relazione tossica” che, sovente, cela dipendenze affettive, basate su rapporti disfunzionali, foriere di ansie e malessere.
Prevenire la violenza contro le donne è necessario già in adolescenza
In questo senso, il recente Rapporto di Save The Children “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza” realizzato in collaborazione con IPSOS e pubblicato a febbraio 2024, restituisce un quadro preoccupante sulle relazioni tra adolescenti se si considera che per il 30% desti stessi la gelosia è un segno di amore mentre il 19% dichiara di essere stato spaventato dal partner con atteggiamenti violenti; così come sono numerose le forme di controllo (ad esempio sui profili social, sugli amici, sul modo di vestirsi).
Proprio per questo è chiaro quanto sia necessario essere vicini ai giovani, ascoltarli e chiedere loro cosa ne pensano, cosa non va e soprattutto di cosa hanno bisogno. Ancora di più di fronte all’avvento della intelligenza artificiale, del metaverso e dei mutamenti del mondo digitale nel complesso, che non devono snaturare l’essenza umana e l’attenzione alla persona.
La scuola come l’università e in generale il mondo dell’istruzione e della formazione sono degli incubatori preziosi non solo di sapere ma anche di socializzazione. Sono i luoghi del coinvolgimento attivo e della peer education, nel passaggio dalla teoria alla pratica che individua strumenti e metodi innovativi. I giovani sono artefici del cambiamento, sono il nostro futuro e la classe dirigente di domani. Le Istituzioni hanno la responsabilità di essere dalla loro parte e contro ogni stereotipo.