Il 2022 è l’Anno europeo della gioventù e i giovani sono al centro degli investimenti del Next Generation UE. Ma rischia di non essere abbastanza se per la generazione degli under 30 continueranno a non esserci opportunità di lavoro. Di fronte ad un’occupazione giovanile duramente colpita dalla pandemia, diventa quindi fondamentale un’iniziativa legislativa che contrasti il fenomeno dilagante dei NEET.
L’Italia, spiega Gaetano Fausto Esposito sull’HuffPost, è ben al di sotto della media europea per occupazione giovanile: siamo terzultimi, con il 28% di giovani under 24 senza lavoro, con valori ancora peggiori nel Mezzogiorno. Mentre il 23% dei giovani tra 15 e 29 anni non lavora né studia. Un poco invidiabile primato, che equivale al doppio della media europea. Si aggiunga che: il 62% di loro non ha alcuna esperienza lavorativa; escono dalla casa dei genitori mediamente a 30 anni; tra i 18 e i 29 anni; il 64% è convinto che le proprie condizioni economiche saranno peggiori dei genitori; il 70% crede di poter fare carriera solo all’estero.
È pertanto evidente che oggi è necessario ripensare le politiche di welfare destinate ai più giovani, allo scopo di infondere speranze nelle nuove generazioni e contrastare realmente una questione dirimente per il nostro tempo. Un modello nuovo che riesca a unire le necessità della collettività e le aspirazioni del singolo.