Un anno fa scrivemmo che per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sarebbe dovuto lavorare anzitutto “a monte” su una sua visione condivisa, basata su strategie, proposte ed idee che venissero anche da società civile, territori e comunità. Solo dopo avrebbe avuto senso lavorare sugli investimenti e sulla “messa a terra” dei progetti (che peraltro non sta avvenendo, come è emerso in un recente webinar). Così non è stato e i fatti di questi giorni – su tutti il grave ritardo nell’attuazione delle riforme promesse a Bruxelles e la grandissima confusione sull’utilizzo delle risorse che ne dovrebbero derivare – confermano la bontà di quel pensiero. E della preoccupazione che avemmo, in tempi non sospetti, di cercare di monitorare l’andamento del PNRR.

Nelle ultime settimane sono sorti diversi nuovi osservatori che si propongono di monitorare il Piano, ma Secondo Welfare è da più di un anno che collabora con Excursus+ a questo scopo con Il Punto sul PNRR – che ogni mese raccoglie dati e approfondimenti sui bandi del PNRR utili a comprendere l’andamento generale del Piano – e favorendo riflessioni con la serie #MementoPNRR. La speranza è che questo lavoro possa essere utile anche per chi, adesso, si sta accorgendo che qualcosa nella logica del Piano non funziona. Diversi indicatori dimostrano come procedure complesse, tempi stretti e, soprattutto, mancanza di competenze rappresentino problemi evidenti e di lungo corso, ma solo nell’ultimo periodo, con un certo ritardo, la questione è diventata oggetto di preoccupazione.

Detto questo, scusate il piccolo sfogo polemico, anche questo mese proviamo a dare il nostro contributo segnalando alcune evidenze interessanti che emergono dall’analisi dei bandi di marzo. Insieme a qualche, ulteriore, piccola riflessione su cosa dobbiamo aspettarci.

I bandi di marzo secondo Excursus

E pur si muove! Forse è eccessivo scomodare la citazione di Galileo Galilei, ma dopo mesi di stasi e diverse polemiche, a marzo il PNRR potrebbe aver ripreso abbrivio”. È con queste parole che Daniele Germiniani, Responsabile progettazione di Excursus+, presenta i dati sui bandi pubblicati il mese scorso, raccolti attraverso Il bando della matassa.

Dopo l’andamento a rilento degli ultimi mesi sono infatti stati pubblicati 8 bandi, ma è soprattutto “il volume delle risorse messe a disposizione che potrebbe segnare l’avvio di una nuova fase” sottolinea Germiniani. Con oltre 2,8 miliardi di euro stanziati, infatti, “il mese di marzo assegna più risorse degli ultimi sei mesi messi assieme“. 

A spingere questa tendenza è soprattutto il Ministero del turismo, con l’avvio di due nuovi bandi da 1,2 miliardi complessivi, ma anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con 1 miliardo per la transizione energetica; significativi anche i nuovi stanziamenti promossi dal Dipartimento per la transizione digitale (circa 800 milioni). L’augurio di Excursus+ è che “rappresentino voci importanti che permettano un deciso riavvio del Piano“. 

Stanziamenti del PNRR, a che punto siamo

Attualmente risultano attivi 20 bandi alimentati dalle risorse del PNRR che mettono complessivamente a disposizione quasi 4,5 miliardi di euro. Il totale dei bandi finora pubblicati sale dunque a 185, per un valore complessivo di oltre 36 miliardi di euro, il 19% dei 191,5 miliardi che dovrebbero arrivare (condizionale d’obbligo viste le discussioni di questi giorni) dalle istituzioni europee.

Se consideriamo non solo i bandi ma anche tutte le risorse messe a disposizione con fondi e assegnazioni dirette, come riporta Open PNRR di Openpolis, entro la fine del primo trimestre (chiusosi pochi giorni fa) avremmo dovuto allocare il 39,5% concordate con Bruxelles.  Dati alla mano, siamo riusciti a stanziarne solo per il 27,9%.  Un’evidenza molto preoccupante visto che entro il secondo trimestre la percentuale di completamento dovrebbe essere pari al 44% per rispettare i tempi previsti.

Ma il ritardo oltre che sul fronte degli investimenti – che abbiamo avuto modo di sottolineare a più riprese negli ultimi 6 mesi – ora è evidente, e da qui il trambusto mediatico degli ultimi giorni, anche su quello delle riforme necessarie per sbloccare la terza tranche del Piano (19 miliardi) da parte dell’UE.

Si, ora siamo in ritardo. Su tutti i fronti.

Se ricordate a ottobre, a pochi giorni dal passaggio di consegne a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni e Mario Draghi si erano scontrati sul fatto che il PNRR fosse o meno in ritardo. La prima affermava di aver ereditato problemi da Governo precedente, da cui un ritardo sulla tabella di marcia; il secondo, con non poco disappunto, aveva invece sottolineato la correttezza dei tempi previsti. In quell’occasione scrivemmo che, in realtà, a seconda del punto di vista che si decideva di adottare, avevano ragioni entrambi.

Sul fronte delle riforme era evidente come i tempi concordati con l’Europa fossero stati rispettati, tanto che l’Italia a fine settembre aveva ottenuto senza problemi l’erogazione della seconda tranche da parte di Bruxelles (21 miliardi di euro). Sul fronte dell’effettivo impiego delle risorse stanziate fino a quel momento, invece, erano palesi già vari problemi che, come mostrano i dati sui bandi, si sono progressivamente intensificati. Ora, accanto ai problemi di stanziamento delle risorse già ricevute appaiono, infatti evidenti anche quelli legati al raggiungimento delle milestone e dei target per le riforme fissati dall’UE per sbloccare il nuovo bonifico da 19 miliardi..

In sintesi, già sei mesi fa ci chiedevamo se fossimo in ritardo col PNRR. La risposta era “dipende”. Oggi ponendoci la stessa domanda dobbiamo a malincuore rispondere di si, lo siamo. Siamo molto in ritardo su tutti i fronti: riforme, investimenti ma anche, e soprattuto, sulla “messa a terra” degli stanziamenti (ne parleremo, ma in altre occasioni). E la cosa peggiore è che non è una sorpresa visto l’andamento che, anche noi nel nostro piccolo, avevamo sottolineato mese dopo mese. E ora il rischio di perdere l’occasione storica del PNRR si fa sempre più concreta.

 

Scopri i dati di marzo

 

Memento PNRR

Questo contributo è parte di “MementoPNRR la serie con cui vogliamo capire, al di là dei ragionamenti su risorse, governance e processi, quale idea di Paese vogliamo realizzare grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 

Foto di copertina: Pixabay