Come noto in Italia sono numerosi i problemi legati alla denatalità e alla disparità di genere, anche perché uno dei servizi che potrebbe permettere di affrontarli oggi è da considerarsi un servizio d’élite:l’asilo nido.
Come riporta Azzurra Rinaldi su La Svolta, il lavoro di cura non retribuito – la gestione della casa e la cura delle persone non autosufficienti come bambini o anziani – in Italia viene distribuito in maniera sproporzionata tra uomini e donne. Più che in altri Paesi UE, ostacoli culturali, istituzionali e sociali incidono sull’occupazione delle donne, limitano le scelte di padri e madri e impediscono il riequilibrio dei compiti.
Per questo secondo Rinaldi “gli asili nido rappresentano un servizio essenziale per i bambini e per le famiglie” , soprattutto nel Sud Italia dove “il tasso di occupazione crolla al 35,2% e il differenziale tra il tasso di partecipazione maschile e quello femminile al mercato del lavoro sale a oltre 26 punti percentuali”. C’è il PNRR ma, come spiegavamo, le difficoltà nell’uso delle risorse non mancano, soprattutto per quel che riguarda gestioni di medio-lungo periodo. In particolare, ne avevamo parlato per il progetto A Brave New Europe, in molti casi i fondi europei hanno permesso di finanziare la costruzione delle infrastrutture, mentre concretizzarne l’utilizzo e la gestione si è rivelato molto difficile.
L’intervento pubblico in questo campo, come richiamato anche da Meloni nel suo discorso di insediamento è quindi molto importante e deve essere una priorità per realizzare un welfare davvero inclusivo.