C’è un momento in cui il nostro sistema scolastico sembra scaricare i ragazzi anziché sostenerli. Quel momento, che finirà per pesare su tutta la loro esperienza educativa, è il triennio delle scuole medie.
Dalle elementari italiane escono studenti con una preparazione omogenea e superiore agli standard degli altri Paesi, eppure nei tre anni successivi si assiste a un crollo. Il sistema smette di funzionare e solo chi ha famiglie sane (o chi finisce in scuole fortunate) regge il confronto con i coetanei all’estero. La dispersione scolastica in questo segmento del sistema educativo è, mediamente, del 15%. Molto sopra gli standard europei.
Eppure, anche in zone "difficili", si assiste a esperienze che sono in grado di invertire questo trend, casi in cui pubblico e privato lavorano assieme contro lo spreco della qualità e dell’intelligenza. A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, Andrea Malaguti su La Stampa ha cercato di capire come si produce il buco nero della dispersione scolastica, affrontando i casi di due istituti di Japigia (Bari) e Quarto Oggiaro (Milano). Che dicono che il riscatto è possibile.
Baby boss e prof in crisi, la Buona Scuola si interrompe alle medie
Andrea Malaguti, La Stampa, 28 febbraio 2016