Il Rapporto Censis – Rbm Assicurazione e Salute, presentato in occasione del Welfare Day 2017 con il patrocinio del Ministero della Salute, fotografa il rapporto degli italiani con la sanità. Dal Rapporto emerge che la spesa sanitaria privata degli italiani continua a crescere, nel 2016 è arrivata a 37,3 miliardi di euro ed è sostenuta in grandissima parte direttamente dalle famiglie.
Chi può permettersi di affrontare la spesa ricorre massicciamente al privato che rispetto alle prestazioni pubbliche offre diversi vantaggi. D’altro canto nell’ultimo anno 12,2 milioni di italiani hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente) e le liste d’attesa sono sempre più lunghe.
Secondo recenti dati Istat (Il sistema dei conti della sanità per l’Italia) nel 2016 la spesa sanitaria corrente è stata sostenuta per il 75% dal settore pubblico e per la restante parte dal settore privato. La spesa sanitaria pro capite è stata mediamente di 2.466 euro e ha registrato rispetto al 2012 un aumento medio annuo dello 0,7%.
L’Italia continua ad avere una spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil inferiore a quella di altri grandi Paesi europei. Nel nostro Paese è pari al 6,8% del Pil, in Francia all’8,6%, in Germania al 9%.
In questo contesto cresce l’attenzione verso la sanità integrativa, che potrebbe mettere in moto risorse pari a 15 miliardi di euro l’anno, come confermato anche dalle proiezioni di Rbm.
A conferma di tali previsioni basti pensare che, dai dati presentati in occasione dell’ultima assemblea annuale di ANIA è emersa una crescita significativa di polizze del ramo salute (+10%), che ha raccolto oltre 2,3 miliardi di euro nel 2016 e, secondo le stime, nel 2017 il ramo malattia dovrebbe aumentare ulteriormente del 7% a causa della domanda di copertura per i rischi legati alle spese mediche e agli interventi chirurgici. Inoltre la diffusione di polizze collettive legate a strumenti di welfare integrativo aziendale potrebbe portare il volume dei premi di questo ramo a superare i 2,5 miliardi entro la fine dell’anno.
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