L’approvazione del Bonus Psicologo, contributo volto a sostenere le spese di assistenza psicologica dei cittadini relative a sessioni di psicoterapia, rappresenta certamente un primo segnale verso il riconoscimento dell’importanza della salute mentale per garantire la tutela della salute pubblica. Arriviamo infatti da due anni emotivamente impegnativi, la pandemia prima e la guerra nella vicina Ucraina poi, che hanno generato pesanti effetti psicologici, economici e sociali su gran parte della popolazione (ne avevamo parlato anche qui, nrd). E riflettere su questo tema è pertanto fondamentale.
L’impatto della pandemia sulla salute mentale degli adolescenti
Fondazione Soleterre, fin dall’inizio della pandemia, ha offerto assistenza psicologica gratuita alle persone, che hanno visto la loro salute mentale peggiorare, attraverso una Rete Nazionale di Supporto Psicologico Covid-19 composta da 90 psicoterapeuti, che in 2 anni ha raggiunto oltre 4.000 persone, di cui più della metà minori.
L’importanza di questa attività è dimostrata da i numeri. Un’indagine promossa da Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano volta ad approfondire come gli adolescenti hanno vissuto e percepito la pandemia, ma anche quali risposte comportamentali, emotive e relazionali hanno messo in campo a quasi 2 anni dall’inizio della stessa, evidenzia che si tratta di una fascia di popolazione grandemente in difficoltà e con una qualità di vita notevolmente peggiorata:
- il 12% degli intervistati dichiara di “non sentirsi in forma” (il 2,7% per nulla e il 9,3% poco);
- il 36% afferma di “sentirsi triste” (il 2% sempre, il 2,6% molto spesso, l’8,7% spesso e il 22,7% abbastanza).
È stato chiesto a un campione rappresentativo di 150 adolescenti tra i 14 e i 19 anni – rappresentativi di una popolazione composta, nel nostro Paese, da oltre 2.850.000 individui – quali siano i sentimenti e i pensieri prevalenti legati al lockdown e alla pandemia, per indagare la portata a livello identitario e gli effetti dell’evento traumatico vissuto:
- il 40,7% degli adolescenti intervistati ha difficoltà a dare un senso a ciò che prova (il 5,4% quasi sempre, il 10% molte volte e il 25,3% circa la metà delle volte);
- il 34% afferma di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato (il 4% quasi sempre, il 7,3% molte volte e il 22,7% circa la metà delle volte);
- il 50 % si arrabbia con sé stesso quando si sente turbato (il 4% quasi sempre, il 14% molte volte e il 32% circa la metà delle volte);
- il 64% del campione pensa che se l’evento traumatico in oggetto non fosse accaduto, oggi sarebbe una persona diversa (il 4,7% quasi sempre, il 16% molte volte e il 43,3% circa la metà delle volte);
- il 69,3% afferma che l’evento è diventato parte della propria identità (il 2% quasi sempre, il 22,6% molte volte e il 44,7% circa la metà delle volte);
- il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi (il 2,7% quasi sempre, il 5,3% molte volte e il 26,7% circa la metà delle volte);
- il 17,3% pensa che sarebbe meglio morire o di volersi far del male (il 2% quasi ogni giorno e il 15,3% più della metà dei giorni).
Se anche tu hai avuto pensieri di questo tipo, non sei solo. Trova qualcuno con cui parlarne o, se preferisci, contatta uno specialista. |
Di fronte a questi dati occorrerebbe studiare le dinamiche di Long Covid per indagare più in profondità gli effetti sulla salute fisica e mentale di uno stress divenuto ormai cronica. Nel nostro Paese emerge infatti un’urgenza che viene prime di tutte le altre: prendersi cura della salute mentale dei bambini e degli adolescenti sviluppando linee guida cliniche per alleviare gli effetti negativi della pandemia Covid-19 attraverso strategie di salute pubblica.
Non possiamo ritenere il dolore psichico un problema legato solo a una specifica fascia d’età, ma è il problema di un Paese intero: se il 17,3% dei giovani dai 14 ai 19 anni ha pensato “quasi ogni giorno” e “più della metà dei giorni” che, in relazione al proprio stato d’animo attuale, sarebbe meglio morire o farsi del male a causa del dolore che la vita provoca, stiamo parlando – in valori assoluti – di oltre 490.000 individui in potenziale pericolo e che necessitano di assistenza psicologica immediata per scongiurare esiti peggiori.
Proprio per questo il lavoro di SoleTerre è guidato dal concetto di salute come giustizia sociale, che porta ogni giorno a contrastare le disuguagliane che ancora oggi impediscono a molti e molte di accedere alle cure. Con particolare attenzione alla salute mentale che, al pari di quella fisica, concorre a quella che l’OMS definisce salute, ovvero uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale.
Il bonus psicologo, tra luci e ombre
Il Governo Draghi, recentemente, sembrava aver iniziato a prestare più attenzione al tema della salute psicologica. Seppur in tempi tardivi (28 giugno 2022), ha stanziato 10 milioni di euro al fine di rendere accessibile, anche a coloro che non ne hanno la possibilità economica, il supporto psicologico attraverso il Bonus Psicologo. In risposta all’elevatissimo numero di richieste arrivate al portale dell’INPS (oltre 200.000 fino ad agosto 2022), i fondi sono stati presto aumentati a 25 milioni di euro. Speriamo che il nuovo Governo prosegua su questa linea.
Uno degli obiettivi primari dichiarati del bonus consiste nel prevenire l’aumento delle condizioni di ansia, depressione e stress insorte in seguito alla pandemia (e non solo) e nell’evitare che l’accesso alla presa in carico psicologica, a causa di difficoltà economiche o dei lunghi tempi di attesa, avvenga solo come soluzione di problemi già evidenti.
Un’indagine condotta da Fondazione Soleterre a giugno 2022 fa riflettere sul grado di consapevolezza degli italiani e delle italiane riguardo il proprio benessere mentale e sulla loro propensione alla psicoterapia: il 12% degli italiani percepisce la propria salute mentale come cattiva/pessima, il 20% afferma di aver avuto a che fare con la psicoterapia e il 93% di chi ha fatto psicoterapia ha dichiarato che la propria salute mentale è migliorata.
Il 62% degli italiani ha dichiarato di aver sentito parlare del bonus psicologo e tra di essi il 75% di ritiene che la misura sia molto/abbastanza utile, mentre il 24% si dichiara propenso ad usufruirne. Eppure solo il 28% di chi conosce dice di conoscere il valore del contributo economico previsto e solo il 14% degli intervistati è a conoscenza della modalità di accesso al bonus tramite il portale dell’INPS. Questi dati ci avvisano della scarsa informazione a riguardo.
Occorre, infine, valutare se la misura del Bonus Psicologo è sufficiente per volume di fondi stanziati e tempistiche previste: tra gli italiani che considerano la propria salute mentale cattiva/pessima il 60% ha dichiarato che farà richiesta del bonus all’INPS (sempre secondo l’indagine condotta da Soleterre). Chi sta sperimentando sofferenza e disagio psichico e ne è consapevole al punto da chiedere aiuto, ha bisogno però di accedere quanto prima al servizio. Ma i primi contributi verranno erogati solo mesi dopo aver inoltrato la domanda, ignorando quindi il bisogno immediato di tutti quei cittadini che necessitano di interventi di supporto psicologico tempestivi e mirati.
Perché le cure psicologiche non siano più un lusso
Siamo fiduciosi che l’attenzione e la promozione della salute mentale entrino con maggior forza nelle agende di Governo, ed è bene ricordarci, a tal proposito, quanto è previsto dall’articolo 32 della Costituzione secondo cui “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
I servizi pubblici in quest’ambito, spesso, intervengono solo laddove il disturbo è evidente e sono in ogni caso scarsamente distribuiti sul territorio e insufficienti ad accogliere il potenziale bacino di utenti. Oggi, quindi, poter accedere a un programma di cure psicologiche è un lusso che solo pochi si possono permettere; di conseguenza, i cittadini e le cittadine che percepiscono un malessere psicologico abbandonano presto l’idea di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta in quanto rappresenta una spesa difficile da sostenere e non prioritaria per le economie dei singoli.
Il Bonus Psicologo, quindi, potrebbe davvero essere un primo passo significativo verso la tutela del benessere psicologico in forma universale, aprendo a riflessioni ulteriori come l’istituzione dello Psicologo di base per cittadini, famiglie e anche studenti.