Nelle parole del portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Andrea Olivero, l’attuale crisi economica ha reso ancor più necessaria l’apertura di una “fase costituente del sociale”, vale a dire di un processo che “miri a elaborare una visione condivisa sul futuro modello di welfare – e conseguentemente gli obiettivi, gli strumenti, le soluzioni innovative frutto della collaborazione e confronto tra i diversi attori sociali nonché in rapporto ai diversi livelli, sia nazionale che locali – da proporre alle Istituzioni”.
Partendo da queste considerazioni, il Forum Nazionale del Terzo Settore ha promosso una riflessione sul sistema di protezione sociale italiano i cui risultati sono stati raccolti in un rapporto di ricerca Quale futuro per il welfare? Le politiche sociali tra delega assistenziale e prospettive di sviluppo. Un’analisi a partire dai dati, curato da Cristiano Gori (Università Cattolica di Milano), presentato il 15 dicembre 2011 alla Camera dei Deputati (il programma dell’evento).
Nello specifico, il Forum ha deciso di realizzare questo studio in ragione dell’impatto negativo che le recenti manovre e le ipotesi di riforma prospettate dal Disegno di Legge “Delega al Governo sulla riforma fiscale e assistenziale” (DDL n. 4566) presentato nel luglio 2011 possono avere sulla vita di milioni di cittadini e, in particolare, di quelli che si trovano in condizioni di maggiore fragilità. Quest’ultimo disegno di legge, infatti, ha come primo obiettivo quello di “fare cassa”, originando risparmi sul fronte assistenziale per 4 miliardi di euro entro il 2012 sino ad arrivare a 20 miliardi di euro nel 2014, apportando tagli ulteriori ad un settore al quale già le precedenti manovre hanno tolto risorse riducendo i trasferimenti alle Regioni e ai Comuni per i servizi.
In tale quadro, l’obiettivo principale della ricerca è quello di offrire un’analisi, a partire dai dati, dell’attuale situazione delle politiche socio-assistenziali del nostro paese, di indagare sul piano empirico il possibile impatto delle riforme finora prospettate e di avanzare alcune soluzioni alternative per la revisione del nostro sistema di welfare.
Il Rapporto, anche grazie ai confronti internazionali, si propone dunque come una guida, nell’epoca del Governo Tecnico, al dibattito sulla riforma del “welfare sociale”, definito come l’insieme di servizi e prestazioni monetarie erogati al fine di alleviare, rimuovere o prevenire condizioni di disagio e/o mancanza di autonomia. In concreto, con la denominazione “welfare sociale” ci si riferisce perciò ai servizi sociali e socio-educativi di responsabilità dei comuni, alle prestazioni monetarie d’invalidità civile (pensione d’invalidità e indennità di accompagnamento) e ai servizi socio-sanitari di titolarità delle Asl. Dal punto di vista dell’utenza, si tratta pertanto di anziani non autosufficienti, persone con disabilità, famiglie, minori e giovani, povertà ed emarginazione, immigrazione.
Partendo dai risultati dell’analisi, le priorità per la riforma del welfare sociale sintetizzate dal portavoce del Forum sarebbero quattro:
• revisione dell’Isee per garantire maggiore equità;
• riforma dell’indennità di accompagnamento per la costruzione di un sistema di long term care;
• un piano di contrasto alla povertà per un welfare più inclusivo ed attivante;
• lo sviluppo di interventi e servizi socio educativi per sostenere le famiglie con figli minori.
Con questo studio, il Forum Nazionale del Terzo Settore ha mostrato come il terzo settore, e più in generale gli attori del secondo welfare, possano svolgere un ruolo importante nella riforma del welfare pubblico, stimolando analisi e proposte e agendo così da “mobilitatori di idee”. Una funzione, come sottolineato da Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera il 6 gennaio 2011, particolarmente rilevante nel contesto attuale anche in ragione dei processi di “consultazione aperta” che il nuovo governo sembra aver avviato.
Riferimenti:
La presentazione di Cristiano Gori
Segnaliamo l‘articolo di Cristiano Gori sul Sole 24 Ore del 6 febbraio