Nel corso del suo intervento al convegno inaugurale del XXIII Forum PA, il ministro Francesco Profumo ha affermato che la situazione di forte crisi in cui si trova il nostro Paese dimostra che i sistemi e modelli su cui da tempo basiamo il nostro stile di vita non sono più in grado di rispondere ai nuovi rischi e bisogni che contraddistinguono il nostro tempo. La società italiana, tuttavia, è diventata più mobile e aperta, e si sono ormai affermate forme innovative di espressione e comunicazione che saranno fondamentali per lo sviluppo futuro. Non mancano, ha tenuto a sottolineare Profumo, esempi concreti di cittadini che, nonostante la crisi, continuano a investire sulla propria formazione e che, attraverso le competenze e conoscenze acquisite, potranno contribuire attivamente alla crescita del Paese. E’ per questo che oggi più che mai serve “un guizzo di intelligenza, una spinta innovativa che non viva la tecnologia in modo autoreferenziale ma che parta da questa per investire tutta la società, cambiando il modo di coinvolgere i cittadini, ripensando alle tipologie e alla modalità di offerta dei servizi di utilità sociale”. Il cambiamento, ha continuato Profumo, deve coinvolgere tutti gli attori che possono e vogliono affrontare queste sfide sociali: cittadini, imprese e pubblica amministrazione sono chiamati alla cooperazione perché la vita dei cittadini migliori senza gravare ulteriormente sui conti pubblici.
Varie sono le buone pratiche, provenienti sia dal mondo del non profit che da quello dell’imprenditoria privata, presenti nel nostro Paese a cui si può guardare con interesse. Nuove forme di social business, esperienze di microcredito, banche etiche, società per la promozione e diffusione di nuove tecnologie e servizi innovativi sono ormai realtà affermate. Occorre tuttavia incanalare gli sforzi di tutti coloro i quali vogliono affrontare queste grandi tematiche sociali attraverso quella che Profumo ha definito “social innovation agenda”.“Ogni euro investito in tecnologia deve essere investito anche nel sociale” perché solo attraverso questa innovazione sarà possibile affrontare problemi più rilevanti come “la riduzione delle emissioni tramite tecnologie pulite, la creazione di infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e abitativi più sostenibili, una sanità efficiente, un welfare equo e tecnologico per una società che invecchia”