I membri del Gruppo di lavoro nominato dal Ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica e il superamento dei divari territoriali nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza hanno scritto una lettera aperta al Ministro Bianchi. Il documento – firmato da Ludovico Albert, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Marco Rossi-Doria e Chiara Saraceno – esprime forte preoccupazione sull’uso delle risorse del PNRR per contrastare la povertà educativa. Nonostante il Gruppo nelle scorse settimana abbia prodotto un dettagliato documento di 36 pagine con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative elaborate al fine di “non ripartire ogni volta daccapo”, ad oggi è ancora “in attesa di un riscontro politico da parte del Ministro”.
Di seguito il testo completo della missiva inviata al Ministro il 20 giugno.
Il Gruppo ha ispirato il proprio lavoro al: rafforzamento delle autonomie scolastiche che rappresentano un presidio della Repubblica, in territori, purtroppo molto estesi, di povertà multidimensionale causati da anni di accresciute disuguaglianze; supporto alla straordinaria azione dei docenti che hanno operato durante anni di disinvestimento nella scuola; sostegno alle alleanze tra scuole, comuni ed organizzazioni del terzo settore che, insieme, prima, durante e dopo la pandemia, hanno creato estese cooperazioni sviluppando la ricchissima esperienza delle comunità educanti tra scuola e fuori scuola, capaci di riconquistare all’apprendimento e alla motivazione migliaia di bambini/e e ragazzi/e.
Da questo lavoro, il Gruppo ha prodotto un documento dettagliato di 36 pagine, di cui 20 con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative secondo quanto previsto dall’investimento 1.4 della misura 4 del PNRR, ed ulteriori 16 pagine, elaborate al fine di ‘non ripartire ogni volta daccapo’ contenenti la ricognizione/mappatura dei principali interventi attuati sul fallimento formativo negli ultimi 5 anni.
Il Gruppo ha tenuto conto delle audizioni svolte con dirigenti scolastici impegnati al nord, al centro e al sud, da anni, in territori di estesa esclusione sociale e povertà educativa, dell’audizione con il Presidente di Invalsi, delle considerazioni raccolte dagli uffici del Ministero intorno ai dati di criticità riguardanti il fallimento formativo, della preziosa esperienza degli enti locali, dei cantieri educativi che vedono la collaborazione tra scuola e terzo settore, in particolare del Fondo di contrasto della povertà educativa minorile (istituto con legge 28 dicembre 2015, n. 208 e promosso da Fondazioni di origine bancaria, Governo e Terzo settore) dei documenti e della letteratura in materia di lotta alla dispersione scolasticae ai divari territoriali frutto dell’impegno e della riflessione di esperti, organizzazioni sindacali, istituzioni (cabina di regia contro la dispersione scolastica, VII Commissione Camera dei Deputati ecc..) e delle raccomandazioni di Unione Europea, Unicef, Consiglio dell’Europa.
Il Gruppo di lavoro ha dunque identificato i criteri per individuare le aree di maggiore crisi e dispersione; ha proposto un piano di interventi e misure differenziate in base alle diverse età, alla territorialità e alla gravità dell’esclusione; ha elaborato infine un modello operativo, fondato sui patti educativi territoriali per generare alleanze stabili tra scuole, che gestiscono i fondi ed enti locali, terzo settore, civismo educativo, che partecipano all’azione in modo paritario.
Il Gruppo ritiene che per usare l’investimento 1.4 per invertire la tendenza all’aumento dei divari tra minori, territori, scuole e per avviare una ampia azione di sistema per contrastare il fallimento formativo sia urgente e possibile:
- rafforzare l’offerta delle scuole con l’accompagnamento competente nell’elaborazione e gestione degli interventi potenziandone l’organico;
- creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili e puntualmente individuati con criteri inoppugnabili;
- stabilire target di interventi differenziati per età, situazioni e bisogni, in modo flessibile secondo i contesti e mirati sia alla prevenzione, a scuola e fuori scuola, sia ad azioni di riparazione e riconquista piena al diritto allo studio e alla formazione, anche attivando percorsi di seconda opportunità;
- ridare forza all’autonomia scolastica e al protagonismo dei docenti grazie a investimenti capaci di rimotivare e supportare i processi di apprendimento di ciascun alunno/a in situazione di esclusione, fragilità, difficoltà, anche con azioni di tutoring e presa in carico personalizzati;
- favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore su base cooperativa e paritaria curando la costituzione e la manutenzione nel tempo delle comunità educanti sull’esempio delle migliori pratiche già all’opera in ogni parte di Italia;
- coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi in ogni azione educativa messa in campo; curare una visione lungimirante che preveda scambio e confronto permanente tra scuole, continuità nelle fasi di transizione ed orientamento, comune capacity building di tutte le professionalità coinvolte tra scuola e fuori scuola.
Il documento del Gruppo di lavoro, comprensivo di puntuali indicazioni operative, organizzative e gestionali secondo un’articolazione per target di interventi, esiti attesi e criteri di monitoraggio e valutazione di impatto è stato consegnato sia nella forma estesa descritta, sia in forma sintetica al Signor Ministro.
Siamo in attesa di un riscontro politico e di un avvio delle azioni necessarie ad attuare le indicazioni, che finora non è giunto. Siamo molto preoccupati. Perché siamo consapevoli dell’attesa per un investimento che deve raggiungere presto e bene scuole che hanno saputo resistere con competenza e passione in anni di grave disinvestimento e territori colpiti da crescente povertà educativa. Perché non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale su un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che fa tesoro dell’esperienza.
Auspichiamo che nei prossimi giorni avremo la conferma dell’adozione, in ogni sua parte, di una prospettiva strutturale che, su un tema di grande criticità per l’Italia e soprattutto per centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e, dà una risposta a scuola e insegnanti, enti locali, civismo educativo del terzo settore italiano“.
Note
- La misura ha un triplice obiettivo: 1) Misurare e monitorare i divari territoriali, anche attraverso il consolidamento e la generalizzazione dei test PISA/INVALSI 2) Ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno 3) Sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico