Non è vero che per aumentare l’occupazione giovanile bisogna mandare prima in pensione chi oggi è al lavoro. È un mito da sfatare, un’illusione secondo Maurizio Ferrera arrivato al Festival dell’Economia di Trento a parlare di diritti e welfare.
Il politologo saggista, editorialista del Corriere, membro tra le altre cose del comitato direttivi del Centro Einaudi, non è nuovo alle riflessioni che in alcune fasi della vita economica rischiano di suonare come provocazioni. Fu tra i primi, forse il primo, in Italia a correggere un’altra equazione che sembrava intuitiva: se le donne stanno a casa, nascono più bambini.Niente di più sbagliato, sosteneva Ferrera già molti anni fa, in tempi non sospetti, la vera equazione è: donne a casa=culle vuote.
Partendo da un simile presupposto, secondo Ferrera lo scambio “vecchi-giovani” in tema di lavoro non è scontato che generi gli effetti positivi da molti invocati.
L’occupazione giovanile non cresce mandando in pensione chi lavora
Paola Pica, La Ventisettesima Ora, 31 maggio 2015