Un dipendente si ammala e chiede una settimana di congedo. Chi paga il suo stipendio? L’azienda presso cui lavora o il sistema di welfare statale? Dipende dal Paese. In Germania e Norvegia l’indennita di malattia è a carico dello Stato al 100% mentre in Irlanda e Francia si scivola all’estremo opposto: tutto a carico dell’azienda. Questo è il quadro che emerge da un report del portale britannico Vouchercloud sulle variazioni in Europa della sick leave pay: le “indennità di malattia”.
In cima alla rilevazione spiccano modelli come quelli della Scandinavia o della Germania, accomunati da una copertura integrale (o quasi integrale) dello stipendio durante l’assenza da lavoro e da un elevato tenore dei redditi. I fanalini di coda? Oltre alle già citate Irlanda e Finlandia, spunta il Regno Unito: durante i periodi di assenza, l’assicurazione pubblica copre il 18,44% dello stipendio medio. L’equivalente di 305,7 sterline al mese (365 euro), contro una media europea che vede le buste paga per i periodi di malattia a quota 1.015,6 sterline (circa 1.215 euro).
In Italia, invece, le indennità a carico dell’Inps scattano dopo il quarto giorno di assenza (i primi tre vengono considerati giorni di “carenza”) ed equivalgono a una copertura del 50% della retribuzione media giornaliera fino al ventesimo giorno di assenza e del 66,6% fino al tetto massimo consentito (180 giorni in un anno solare). La restante quota per arrivare al 100% dello stipendio viene versata dal datore di lavoro. Sulla base di uno stipendio medio annuo di 20.702 euro netti (dati Eurostat), la retribuzione per i periodi di malattia risulta essere pari a 1.353,59 euro su scala mensile: quasi 200 euro sopra la media Ue.
Lavoro e malattia, dove il welfare è più generoso con i dipendenti
Alberto Magnani, Il Sole 24 Ore, 8 settembre 2016