Drogati di tecnologia, avranno maggiori difficoltà a concentrarsi sul lavoro. Saranno così, in ufficio, i futuri lavoratori della “generazione Z”, i nati negli anni 2000. O almeno così li descrivono osservatori e consulenti del lavoro inglesi, che hanno provato a tracciarne in anticipo un profilo professionale, da confrontare con le caratteristiche di chi oggi ha superato i 24 anni ed è già sul mercato del lavoro.
Saranno dei futuri squali da ufficio come i nati negli anni 80 e 90? Non proprio. Piuttosto squali da pc e dispositivi elettronici. “Techno-holics” , tecnologia-dipendenti. E se i “millennials” sono stati la generazione del cosmopolitismo, della pace, della libertà di viaggiare, i nati nel 2000 saranno più cauti. Il fatto di essere cresciuti negli anni del terrorismo e della recessione economica ha regalato loro una buona dose di prudenza e scetticismo. Ma anche di pragmatismo rispetto alle opportunità di carriera. Saranno infatti meno disposti a mettere a rischio il proprio lavoro e le proprie finanze, ma anche consapevoli che le possibilità di impiego non sono infinite e per questo occorre acquisire competenze specifiche e di cui c’è maggiormente bisogno.
Insomma, saranno meno idealisti e più concreti, ma comunque lontani dall’equazione sicurezza sociale = stesso datore di lavoro per tutta la vita su cui si fondava la vita dei loro nonni. L’atteggiamento sarà piuttosto questo: “Voglio darmi un futuro certo accumulando più esperienza possibile, che possa poi tornarmi utile nel prossimo impiego o per diventare io stesso imprenditore”. Se qualcosa non dovesse andare secondo i loro piani, avranno sempre qualcosa nella manica.
Tecnologia-dipendenti, individualisti ma più pragmatici: ecco la generazione Z. Così saranno in ufficio (e fuori) i nati negli anni 2000
Silvia De Santis, Huffington Post, 8 marzo 2015