Come promesso da una delle deleghe del Jobs act, il governo ha emanato il 20 febbraio un decreto legislativo che contiene misure per la tutela della maternità e per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.
Il primo obiettivo riguarda l’estensione della possibilità di utilizzo del congedo parentale fino ai 12 anni del bambino dagli 8 attuali e di quello parzialmente retribuito dagli attuali 3 anni ai 6 anni.
Il secondo punto importante del decreto è quello di estendere le tutele ai lavoratori autonomi, equiparandoli ai lavoratori dipendenti, e di attribuire ai lavoratori e alle lavoratrici iscritte alla gestione separata il diritto alla indennità di maternità anche quando il datore di lavoro non abbia versato i contributi
Il terzo punto riguarda i benefici per le imprese che ricorrono al telelavoro per esigenze di cure parentali da parte dei lavoratori.
Infine, il decreto introduce per la prima volta una norma che riguarda il congedo per le donne vittime di violenza di genere e inserite in percorsi di protezione.
Non tutti i punti toccati dalla delega si ritrovano in questo decreto, in particolare non vi sono compresi il credito d’imposta per le lavoratrici con figli minori e le modalità di integrazione dell’offerta di servizi per le cure parentali. I decreti che disciplineranno gli incentivi fiscali al lavoro femminile – il cosiddetto tax credit – e che definiranno l’integrazione dell’offerta di servizi per le cure parentali saranno il vero banco di prova per comprendere quanto il governo intenda investire sul lavoro delle donne e quanto le infrastrutture sociali siano considerate uno strumento prioritario per favorire la conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia.
Conciliazione lavoro e famiglia: avanti a piccoli passi, Alessandra Casarico e Daniela Del Boca, lavoce.info, 6 marzo 20