Nel primo numero del 2024 del periodico “La Rivista delle Politiche Sociali – Italian Journal of Social Policy“, di Futura Editrice, dedicato al tema “Politiche attive del lavoro e creazione diretta di nuova occupazione” è stato pubblicato l’articolo “L’attivazione fuori mercato nel contrasto alla povertà. I Progetti utili alla collettività: un’opportunità per chi?“, scritto dalla direttrice scientifica di Percorsi di secondo welfare, Franca Maino, e da Rosangela Lodigiani.
L’articolo esamina le misure di contrasto alla povertà in Europa, con particolare attenzione agli schemi di reddito minimo che seguono il paradigma dell’investimento sociale e dell’attivazione. Questi schemi incorporano la logica dell’inclusione attiva e della condizionalità, e l’Italia – con alcune peculiarità – si inserisce in questo contesto.
L’articolo si focalizza sui Progetti Utili alla Collettività (Puc), che sono una forma di condizionalità e attivazione prevista dal Reddito di Cittadinanza (Rdc), prendendo poi in considerazione anche le nuove misure introdotte dal Governo Meloni, come l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, e valutandone l’implementazione.
L’obiettivo delle ricercatrici è indagare le implicazioni dell’obbligatorietà di adesione ai Puc per tutti i beneficiari del Rdc che non hanno esenzioni, senza considerare il loro effettivo grado di occupabilità. Più in generale, l’articolo esplora la tendenza delle politiche di contrasto alla povertà verso un modello workfarista, inquadrando l’Italia nel contesto europeo. I Puc sono dunque un punto di osservazione per evidenziare le ambivalenze che caratterizzano questo tipo di condizionalità, che si trova in bilico tra prove di welfare (welfare ordeals) e capacitazione.