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Povertà e inclusione / Primo Welfare

L’assegno di inclusione penalizza le donne in fuoriuscita dalla violenza

La misura non tiene adeguatamente in considerazione le donne che hanno subito violenza, che vivono situazioni di vulnerabilità che non si conciliano con i nuovi criteri previsti. Lo denuncia ActionAid.

Il nuovo Assegno di inclusione che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza rischia di eliminare un importante sostegno economico per le donne che hanno subito violenza. È quanto sostiene ActionAid, che sottolinea come la nuova misura escluda chi si trova in una situazione di vulnerabilità economica senza figli a carico e ostacoli l’accesso per quelle con figli a carico.

L’Assegno, infatti, impone l’obbligo di aderire a tutte le attività formative, di lavoro e alle misure di politica attiva senza considerare le loro esigenze specifiche. Inoltre, non modifica il regolamento che disciplina il calcolo dell’Isee, il quale spesso non considera la situazione reddituale e patrimoniale delle donne perché include i redditi dell’autore di violenza.

Per questo ActionAid propone di investire in un Reddito di libertà –  strumento introdotto nel 2020 a sostegno l’indipendenza economica delle donne in condizioni di povertà che hanno subito violenza – renderlo strutturale e dotarlo di finanziamenti adeguati. Inoltre, il Parlamento deve includere le donne che hanno subito violenza nella platea beneficiaria esente dagli obblighi di attivazione lavorativa e sociale e modificare il regolamento dell’Isee per considerare le loro esigenze specifiche. A questo scopo è stata lanciata una petizione.

 

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Foto di copertina: Katherine Hanlon, Unsplash