Il 28 aprile si è celebrato il Girls in ICT Day, un giorno dedicato alla partecipazione delle ragazze e delle donne nel settore digitale, informatico e della tecnologia.
Il divario di genere per quanto riguarda le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Math) sta iniziando ad essere colmato, ma c’è ancora molto da fare per raggiungere la parità. Come sottolinea il Ministero dell’innovazione, una bassa partecipazione delle donne allo sviluppo del mondo digitale rischierebbe di rendere quest’ultimo meno aperto e inclusivo.
Il Digital Economy and Society Index
In merito, la Commissione europea ha recentemente monitorato il progresso digitale degli Stati membri attraverso il Digital Economy and Society Index (DESI), report che dedica una sezione proprio alle donne e al divario di genere nel settore tecnologico.
I risultati dello studio sono chiari: nonostante alcuni passi in avanti, ancora oggi persiste una consistente disparità tra uomini e donne, ragazzi e ragazze nell’utilizzo degli strumenti digitali e nell’acquisizione di competenze riguardanti la tecnologia e le materie STEM.
In concreto l’indice analizzato nel report è diviso in tre categorie. La prima riguarda l’uso di internet e comprende il numero di utenti su internet; il numero di persone che non hanno mai avuto accesso a internet; chi usufruisce del servizio di online banking; chi segue un corso online; chi vota o fa consultazioni online; chi usufruisce di servizi governativi online (figura 1).
La seconda categoria riguarda le competenze nell’uso di internet e include competenze digitali di base competenze digitali di un livello maggiore e competenze di software di base (figura 2).
Infine, la terza categoria riguarda le competenze specialistiche e impiego. In merito l’indice fa riferimento a chi ha una laurea in discipline STEM; chi è specialista ICT; la differenza salariale in termini percentuali (figura 3).
La condizione dell’Italia
Considerando la scala che va da 1 a 100 definita dall’indice, il punteggio dell’Italia per quanto riguarda le donne nel settore digitale è di 43.8 rispetto a una media europea di 53.2.
Si tratta di una questione rilevante sia sul piano della parità di genere sia su quello economico. Come evidenziato anche dal rapporto Almalaurea del 2021, infatti, l’84,5% di chi proviene da una formazione triennale in discipline STEM prosegue negli studi di secondo livello. L’esito occupazionale per tali studenti e studentesse è alto: a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è, complessivamente, dell’80%.
Le differenze di genere sono, però, evidenti. Gli uomini trovano maggiormente impiego rispetto alle donne, con una differenza percentuale del 9,3%, e guadagnano il 16,6% in più rispetto alle colleghe.
L’ambito del digitale e delle discipline STEM è un settore marcato da barriere all’ingresso a livello sociale, nonché colpito da stereotipi di genere. Come numerosi studi sottolineano, su questa situazione incide anche il percorso formativo a partire dai primi anni dell’infanzia. È necessario, dunque, promuovere un percorso educativo che favorisca il superamento di queste logiche e che permetta un’educazione digitale equa per tutte le persone.