La Commissione Europea ha recentemente organizzato una importante conferenza sul tema delle politiche per l’occupazione. Le numerose sessioni di Jobs for Europe, presiedute da esperti e accademici, hanno trattato diversi temi legati alle politiche per l’occupazione, come la condizione femminile e il bilanciamento tra vita e lavoro, l’economia sociale e la così detta green economy, l’invecchiamento attivo e la questione salariale. Si è parlato anche di politiche di “welfare-to-work” e dei problemi dei programme countries, Grecia, Irlanda e Portogallo. L’appuntamento di Bruxelles ha visto la partecipazione del presidente della Commissione José Manuel Barroso, del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, e del presidente del Consiglio Herman van Rompuy.
Il primo passo verso la definizione di nuove politiche europee in tema di occupazione è strato intrapreso lo scorso aprile, con la presentazione da parte della Commissione dell’Employment Package. Le misure del pacchetto, finalizzate al rafforzamento delle politiche per l’occupazione degli Stati membri, includono sussidi per la nascita di nuovi posti di lavoro, investimenti nello sviluppo di nuove aree come la green economy e nella formazione dei lavoratori nel campo dei servizi alla persona, e specialmente in ambito socio-sanitario. Per quanto riguarda le condizioni di lavoro, la Commissione auspica l’adozione di salari dignitosi e sostenibili, e incoraggia lo sviluppo di schemi contrattuali che assicurino sicurezza, specialmente ai giovani, e limitino il ricorso a forme di lavoro precario. Le misure contenute mirano infine a favorire la creazione di un mercato del lavoro europeo fluido, caratterizzato da reali possibilità di mobilità della forza lavoro tra i paesi membri e da un più efficace incontro tra domanda e offerta. Obiettivo finale della Commissione è quello di migliorare il coordinamento tra le politiche nazionali, ed esercitare un efficace ruolo di controllo e monitoraggio delle diverse iniziative implementate.
Durante i lavori, il segretario generale dell’OCSE Angel Gurria ha presentato l’OECD Employment Outlook 2012, la pubblicazione annuale dell’organizzazione sullo stato dell’occupazione nei paesi OCSE. Gurria ha sottolineato come il deterioramento dell’economia internazionale stia avendo effetti drammatici sull’occupazione, esacerbando la disoccupazione di lungo periodo e quella giovanile. Il preoccupante numero di NEET – i giovani che non lavorano, non studiano e non si formano – è “size of the potential lost generation”, l’enormità del rischio che la società corre nel “gettare via” il capitale umano di un’intera generazione. E’ quindi necessario implementare efficaci politiche per l’occupazione, ma anche per lo sviluppo professionale e l’occupabilità dei giovani.
A questo si aggiunga il problema della disoccupazione di lungo periodo, un fenomeno non più solo europeo, che causa a sua volta esclusione sociale attraverso la perdita da parte della persona di qualsiasi contatto con il mondo del lavoro. Dall’inizio della crisi la disoccupazione di lungo periodo è aumentata, con più di una persona su tre disoccupata da più di 12 mesi nell’area OCSE (alla fine del 2011). Al suo interno, i disoccupati di lungo periodo sono nell’UE circa il 44%, mentre negli USA raggiungono ormai il 30% a fronte del dato pre-crisi del 10%. Basti pensare che nei paesi OCSE il numero di persone disoccupate da almeno due anni è passato dai 2.6 milioni del 2007 ai 7.8 milioni del 2011.
Per questo, ha concluso Gurria, l’OCSE condivide con la Commissione europea gli obiettivi dell’Employment Package, e chiede ai governi di affrontare i tagli al budget pubblico senza cedere alla tentazione di disinvestire in ciò che il segretario ha chiamato “seed for future development”, ovvero politiche lungimiranti e targeted. Interventi mirati a uno sviluppo di lungo periodo e con focus speciale sui giovani, la generazione più scolarizzata e al tempo stesso più pessimista. Un’altra categoria la cui tutela è oggi cruciale sono le donne, che beneficerebbero dall’introduzione di incentivi e servizi per favorire l’occupazione femminile.
Molto atteso anche l’intervento del nostro Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con delega alle Pari Opportunità, Elsa Fornero. Il segretario Gurria ha introdotto il discorso del ministro presentando entusiasticamente la riforma italiana, e rivolgendo alla Fornero un’esortazione: “don’t undo what has been so difficult to do”, non lasciate che venga smantellato ciò che siete riusciti a fare con così grande sforzo. Il Ministro ha quindi preso la parola per esprimere il pieno apprezzamento del Governo Monti verso i principi espressi nell’Employment Package, e la soddisfazione per l’introduzione di un nuovo paradigma economico, che mette le persone al centro dell’agenda politica europea attraverso politiche di inclusione e “good flexibility”, dinamismo nel mondo del lavoro. Proprio per questo, ha continuato il Ministro Fornero, la riforma del lavoro in Italia è stata sviluppata su cinque cardini: flessibilità, in uscita e in entrata, più tutele sociali, nuove politiche attive del lavoro e monitoraggio, valutazione dei risultati. Ha inoltre posto l’accento sulla necessità di assicurare l’ingresso nel mercato del lavoro per le categorie più fragili, tra cui giovani e donne, e sull’importanza di un mercato del lavoro intra-europeo che assicuri efficacemente la mobilità del lavoro. Il Ministro ha concluso richiamando tutti gli Stati membri a una rinnovata attenzione ai cittadini e al loro benessere, ricordando che l’Europa riuscirà a competere nell’arena internazionale solo investendo sul proprio capitale umano.
In conclusione della due giorni László Andor, commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, ha dichiarato: “l’Europa ha bisogno di “garantire la gioventù”, assicurando ai giovani lavoro, training o formazione nell’arco di pochi mesi dalla fine della scuola, e specialmente nelle aree periferiche”. “Concentrarsi sulla creazione della domanda – ha continuato Andor – non significa certo dimenticarsi dell’offerta. Dobbiamo aumentare l’investimento in competenze, e migliorare la conciliazione tra vita e lavoro così che il mercato del lavoro sia davvero aperto alle donne e ai lavoratori più anziani”.
Riferimenti
La pagina web della conferenza Jobs for Europe
Le conclusioni del Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione László Andor
La situazione italiana secondo l’OECD