La lezione del 50 & 50 la insegna la Natura e quindi buon senso vorrebbe che questo rapporto venisse rispettato anche nella società. Un volano che garantirebbe lo sviluppo delle potenzialità femminili che servono a uomini e donne. Si vorrebbe che questa parità fosse rispettata nell’entrata nel mondo del lavoro, nelle possibilità di carriera e nel realizzare le proprie ambizioni, nel bilanciamento vita e lavoro, cioè nella condivisione dei carichi mentali e domestici.
Come spiegano Maria Luisa Agnese e Luisa Pronzato sul Corriere della Sera, lo sbilanciamento dei carichi mentali e domestici costituisce il peccato originale della mancata parità, la questione del lavoro ne rappresenta lo snodo principale: senza autonomia economica non c’è autonomia di pensiero e di movimento. Passaggio cruciale ma non facile da perseguire: come dice Laura Carletti, manager Randstad, agenzia per il lavoro multinazionale. «Anche al nostro interno l’obiettivo è il 50 & 50. Nel corso degli anni, però, c’è un’inversione di tendenza, quasi per maleficio la percentuale scende al 43% nelle posizioni di senior manager». Quel maleficio è culturale e per questo sono state introdotte buone pratiche come le quote di genere che hanno portato un avanzamento significativo ma limitato. Invece di quote alcuni Paesi preferiscono parlare di “democrazia paritaria” proponendo il 50 & 50 come un diritto. «Siamo pari naturalmente. Quindi non chiedo di essere tutelata, ma lo rivendico in quanto diritto» dice Marilisa D’Amico, prorettrice alla Statale di Milano e docente di Diritto costituzionale. Il 50 & 50 si profila come strumento più adatto per realizzare il cambiamento sociale visto che, negli anni, la giurisprudenza è cambiata assieme alla società.
Per concretizzare questo principio, ci vogliono piccoli passi concreti e per individuarli se ne parlerà al Tempo delle Donne, evento annuale del Corriere dove si cercheranno proposte concrete per rigenerare i paradigmi sociali con resilienza trasformativa: dai bilanci di genere con un occhio ad alcuni parametri come conciliazione familiare uomo-donna, carenza di servizi, doppio lavoro, differenti modalità di relazionarsi, diversa leadership e un Premio parità per chi ha comportamenti più virtuosi.
Un passo oltre le quote: l’equilibrio del 50 & 50 (secondo Natura)
Maria Luisa Agnese e Luisa Pronzato, Corriere della Sera, 7 settembre 2020