Lo scorso 5 giugno 2018, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, si è tenuto un incontro relativo alle condizioni giuridiche e sociali in cui versano i caregiver, familiari chiamati ad assistere, per un periodo più o meno lungo, un loro congiunto disabile o malato.
Con riferimento ai caregiver è emersa la carenza di quella che è stata definita “identità legale”, ovvero la difficoltà degli stessi ad identificarsi, in prima persona, come gruppo meritevole di tutele e di diritti che, non sempre, a livello nazionale, vengono garantiti. A tal proposito sono stati richiamati una serie di casi presentatisi, nel corso degli anni, dinnanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
In generale, tuttavia, i quadri normativi esistenti non sono spesso in grado di riflettere e, di conseguenza, regolare la condizione in cui, concretamente, i caregiver versano. Per sovvertire questo sistema sarebbe necessario ripensare il sistema di tutele di questi soggetti in senso lato, assumendo come punto di partenza il concetto di vulnerabilità, che altro non è che l’aspetto caratterizzante dei soggetti con disabilità e di chi è chiamato a fornire loro assistenza. Con ciò non deve essere interamente demolita la struttura legale ad oggi esistente in materia di diritti umani, ma, attraverso un approccio innovativo, vanno scoperti nuovi meccanismi finalizzati ad affrontare e ridurre gli errori presenti e passati.
Il "mondo sommerso" dei caregiver familiari: tra discriminazioni e tutela dei diritti umani
Irene Tagliabue, Bollettino ADAPT, 18 giugno 2018