Il divario di genere è un problema strutturale che molte realtà cercano di contrastare. Si tratta di un fenomeno trasversale che riguarda tutti gli ambiti della società: dal lavoro all’istruzione, fino alla vita privata. Accade persino nella comunicazione e nei media: le donne, così come le categorie marginalizzate, si trovano penalizzate da un sistema sociale androcentrico.
Come racconta Roberta Cavaglià su The Wom, “il divario di genere nel mondo dei media non riguarda solo le differenze di stipendio tra giornalisti e giornaliste e lo scarso numero di donne alla guida di giornali e siti di informazione”. È quello che riporta anche il Global Media Monitoring Project (GMMP): le donne, specialmente le più emarginate, rimangono sorprendentemente sottorappresentate nei media e nelle notizie globali.
L’associazione di giornaliste GiULiA (Giornaliste Unite Libere Autonome) nel 2016 aveva già lanciato 100esperte in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e la Fondazione Bracco. Si tratta di un database di libera consultazione contiene i nomi e i contatti di quasi 400 esperte nell’area STEM, Economia e Finanza, Storia e Filosofia, Politica internazionale selezionate da parte di istituzioni, università e istituti di ricerca.
Per contrastare la scarsa presenza di donne competenti a livello mediatico e culturale nei Paesi europei, poi, nel 2019 grazie al finanziamento della Open Society Foundation e alla collaborazione con l’agenzia di trasformazione culturale cheFare, GiULiA ha creato ENWE. Si tratta dell’European Network for Women Excellence, un database che raccoglie i nomi, le competenze e i contatti di migliaia di esperte europee.